
(red.) Non costano neanche troppo le due mountainbike elettriche esposte nella sede dell’Organizzazione turistica regionale.
Due gioielli della tecnica più avanzata. “Ma siamo soltanto all’inizio. Dell’evoluzione della bicicletta sono state scritte appena le pagine iniziali”, spiega Darco ai rappresentanti di comuni, patriziati, alberghi, società sportive, impianti turistici e negozi specializzati che l’Organizzazione turistica regionale (OTR) ha riunito lunedì in via Lavizzari a Mendrisio. Darco Cazin è il capo di Allegra, azienda privata engadinese attiva su scala internazionale nella promozione del turismo; ha offerto alle OTR ticinesi una consulenza professionale e in questi giorni sta percorrendo metro per metro il territorio del nostro comprensorio per capire di cos’ha bisogno il turismo per lanciarsi alla conquista dei bikers.
Un popolo sempre più numeroso, anche da noi, quello degli atleti in sella alle biciclette con le gomme larghe e raspanti: “l’escursionimo è cambiato profondamente; ai camminatori, sulle colline e sulle montagne, si sono aggiunti i ciclisti” chiarisce Nadia Fontana Lupi, alla testa dell’OTR regionale. I bikers vanno ovunque, in montagna, al mare, sugli argini dei fiumi, nel deserto, in salita o precipitando in discesa. Allegra parla di un movimento globale i cui portabandiera più interessanti sono persone sui 35 – 40 anni, con una buona formazione professionale e altrettanta disponibilità economica; che spendono 95 fr per salire in funivia alle 4 del mattino per vedere l’alba in montagna. E poi scendere in bici. Un biker, nei Grigioni, spende mediamente 159 fr al giorno. Alla sera i cicloturisti amano mangiare bene; e bere buon vino, quel tanto che basta.
Un mercato importante in cui un cantone turistico in piena crisi d’identità vorrebbe inserirsi. Ma c’è un evidente ritardo da recuperare in fretta. Se ad Andermatt è già stato allestito un masterplan e in un paesino della Cechia alcune tende e un minuscolo ristorante hanno portato nel 2015 60 mila bikers (40 mila l’anno prima), in Ticino il potenziale è ancora intatto, o quasi. L’esempio del Serpiano è eloquente: da poco l’albergo ha ricevuto il certificato Swiss Bike Hotel rilasciato da Svizzera Turismo.
Il biker in viaggio sa che in questi hotel potrà disporre di un deposito sicuro per la bici, di un posto per lavarla, di una prima colazione da sportivi… “ma sul Serpiano non ci sono indicazioni sui percorsi, né cartine e mappe, non sappiamo dire al biker se quel sentiero è adatto e quell’altro no”, dicono le responsabili dell’infrastruttura.
Le risorse locali
Allegra redigerà all’attenzione del committente, l’OTR, un piano d’azione: cosa fare, dove, quando. Ma poi toccherà ai residenti. Nel Mendrisiotto l’OTR può contare ormai da lungo tempo sull’entusiasmo e sulle forze di sodalizi sportivi, e di singoli atleti, che conoscono perfettamente il territorio e le sue montagne, anche su scala insubrica. In passato si sono svolte maratone e altre manifestazioni di grande rilievo e seguito popolare. Si tratta, ora, di trovare le giuste strategie per “catturare” una parte, anche piccolissima, delle migliaia di bikers che sgommano intorno al Ticino e al Mendrisiotto, molti dei quali sarebbero entusiasti di scoprire e pernottare in una regione che, grazie ai sentieri, in un breve raggio di 10 km, unisce – unica in Svizzera – pianure, lago, colline e montagne. “La gente passa già. Bisogna saperla fermare”, dicono i consulenti di Allegra. Per chi è abituato a pagare il caffè 5 franchi a Basilea o a Zurigo sarà sicuramente un’emozione scoprire che a Mendrisio siamo intorno ai 3 franchi; e che si può andare in bici praticamente tutto l’anno, vista la scarsità di neve in Ticino.
Già, i sentieri. Bisognerà trovare una soluzione, anche legislativa che accontenti tutti. Scendendo dal Serpiano verso Brusino – è stato detto lunedì durante il workshop organizzato dall’OTR – il sentiero, già di non brillante qualità, è rovinato da chi scende con le bici. Non ovunque, ma la circolazione dei bikers sui medesimi percorsi degli escursionisti provoca conflitti che occorre risolvere. Separandoli? Ponendo divieti? Secondo Allegra la pianificazione degli interventi e un’offerta ben delimitata permettono soluzioni positive, tenendo conto che 4 sentieri su 5 oggi sono condivisibili da entrambi, camminatori e ciclisti.