
EL) Il Chiasso si è finalmente risvegliato, ma che fatica segnare un gol al Wohlen! Ci ha pensato Dragan Mihajlovic a 10’ dalla fine. Domani nel Seeland bisognerà completare il riscatto battendo il Bienne.
I rossoblù hanno rotto il ghiaccio conquistando quella vittoria che mancava loro da troppo tempo. È questo il dato di fatto che occorre tenere in considerazione. Gli ultimi tre punti “pieni” il Chiasso li aveva ottenuti proprio contro gli stessi avversari sei mesi or sono! Non a caso la squadra era finita all’ultimo posto, un castigo ritenuto esagerato: battendo gli argoviesi è risalita di ben tre posizioni. Premettiamo che il Wohlen di sabato è da annoverare tra le squadre più deboli viste al Riva IV, a prescindere dalle numerose assenze. L’undici di Rueda si è salvato nella prima parte della partita (0-0) in cui il gioco è stato latitante e i padroni di casa si sono a loro volta adagiati alla mediocrità dell’avversario.
Il Chiasso, come contro lo Xamax e l’Aarau ha cambiato volto cammin facendo. Stavolta, come già a Neuchâtel, ha mostrato quello vero dopo la pausa: il secondo tempo si è giocato a una porta sola. Decisivo il contributo a centro campo di Hassell, subentrato nell’ultimo quarto d’ora all’affaticato Maccoppi. Ma il tigre nel motore (come diceva una vecchia pubblicità) nella squadra ce l’ha messo Regazzoni che ha saputo tenere in scacco il pericoloso Urtic, lasciato liberissimo sull’out da chi lo doveva stoppare: il (falso) difensore ha privilegiato durante il primo tempo il gioco offensivo degli ospiti. La prestazione del bomber è da 5 stellette: ha sì fallito il rigore, ma solo perché il numero 1 del Wohlen, Kiassumbua, ha intuito il tiro dal dischetto. Il talentuoso portiere si è per la verità rivelato un baluardo quasi insormontabile: ha effettuato un numero imprecisato di grandi parate e si è messo in vetrina su conclusioni ravvicinate di Laner e Ciarrocchi al punto che la stampa d’oltre Gottardo lo ha definito “eroe della partita”.
Meritatissima la standing ovation che gli 810 spettatori hanno tributato al capitano rossoblù all’89’, quando è stato sostituito da Felitti.
Le valutazioni
La nota più alta, 5, è per Regazzoni (assist a Mihajlovic, dribbling e un’infinità di palle giocate sull’out), per Guatelli (uscita decisiva sul pericolosissimo Graf al 24’) e per Dragan Mihajlovic (tanta corsa e bellissimo gol partita al 79’). In bella evidenza Livic, 4.5, (che va spesso in aiuto di Dossena e si fa notare anche davanti), Laner (che ha acquistato grande sicurezza), Rouiller (che non sbaglia un pallone), Ciarrocchi (che con un altro portiere di fronte sarebbe tornato a segnare), Hassell (decisivo nella crescita della squadra). Voto di sufficienza per tutti gli altri.
Cosa non ha funzionato
Il centrocampo nella forma e nello spessore attuale è troppo spesso in balia delle onde. Per fortuna dopo quasi un’ora di gioco la pericolosità di Regazzoni ha costretto il numero 4 Urtic a retrocedere in difesa e a prodigarsi in una complicata marcatura a uomo. Andrea Maccoppi ha confermato di essere stanco. Rimane per noi inconcepibile l’impiego col contagocce di Hassell: quanto è il suo minutaggio con Camolese? Inoltre: il nuovo acquisto Golemic, richiesto dall’allenatore, non è stato nemmeno convocato. Dov’è la coerenza (alludiamo ai costi sopportati dalla società)? In attacco non si può prescindere da Regazzoni, come è stato il caso a Neuchâtel (per squalifica) e contro l’Aarau (scelta tecnica).Per concludere annotiamo che lo spirito di squadra è integro. Ottimo segno! È piaciuta pure la grinta con cui la squadra è andata a caccia del primo risultato importante dell’era Camolese. In questa lotta a oltranza (ben sei squadre nello spazio di 3 punti) gioca un ruolo decisivo la mentalità che il tecnico torinese riuscirà a trasmettere ai giocatori.