(red.) Una “prima” cantonale, forse nazionale: una volta concluso l’ampliamento dell’Ospedale regionale, i previsti 30 letti acuti di minore intensità (AMI) saranno gestiti in collaborazione fra gli infermieri del Servizio assistenza e cure a domicilio e il personale dell’OBV.
Giorgio Comi, presidente da tre anni dell’associazione che amministra il Servizio è felice che il progetto vincente della nuova ala dell’ospedale, presentato sull’ultimo numero de L’Informatore, abbia tenuto conto in modo concreto di quella che per ora è un’ipotesi di lavoro; ma che è destinata a tradursi in un cambiamento significativo del modo di curare. Lo “spitex” pubblico del Mendrisiotto e del Basso Ceresio, con i suoi 180 collaboratori avrà in via Turconi la nuova sede; nell’ampliamento troveranno posto anche Hospice, Lega contro il cancro, Lega polmonare e un’antenna dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale, OSC.
Convenzione in allestimento
“Stiamo trattando in queste settimane la convenzione con l’EOC”, spiega Comi; la parte finanziaria prevede che il SACD metta a disposizione per la costruzione della nuova ala un investimento di 2 mio di fr, prelevati dai nostri accantonamenti; in questo modo potremo sottoscrivere un contratto d’affitto con l’EOC meno oneroso; un risparmio che si tradurrà positivamente nella definizione del “pro capite” pagato dai Comuni nei prossimi anni. Nell’altra parte della convenzione stiamo definendo la collaborazione fra il loro e il nostro personale, con l’obiettivo di preparare nel miglior modo possibile la dimissione e il rientro a domicilio dei pazienti”. Un lavoro di “avvicinamento” condotto in prima linea, per il SACD, dal direttore amministrativo Brian Frischknecht e dalla responsabile sanitaria, e direttrice aggiunta, Sabrina Revolon.
I vantaggi evidenti dell’infermiera di legame
Se tutto questo sta diventando realtà è grazie alle solide basi gettate negli ultimi anni, soprattutto da quando è stata istituita la figura dell’infermiera di legame: si tratta di un dipendente del SACD che lavora per un paio di mezze giornate all’OBV, preparando il ritorno dei pazienti a casa loro, soprattutto quelli anziani, dopo le cure acute ricevute all’ospedale per una malattia o un infortunio. Un’esperienza assai positiva che in futuro sarà estesa e rafforzata grazie alla vicinanza dei due corpi infermieristici. Dovrebbe così cessare, o quantomeno ridursi ulteriormente rispetto ad oggi, la cosiddetta “pratica delle porta girevole”, ossia il percorso dell’anziano dimesso dalle cure acute che pochi giorni più tardi è costretto a rientrare in ospedale dal Pronto soccorso. “Stiamo mettendo a punto un passaggio chiaro di informazioni e di competenze tra Ospedale e Servizio, affinché il ritorno a domicilio sia preparato in modo concreto, trovando le risposte adeguate alle necessità quotidiane. Chi lavorerà nel reparto AMI sarà in grado di prendere a carico il paziente conoscendo bene il suo contesto famigliare, i punti di forza ma soprattutto quelli deboli”, osserva Giorgio Comi.
Un unico ente per le case degli anziani
Nella sua funzione di municipale e di titolare del Dicastero delle politiche sociali di Mendrisio, Comi, in questa legislatura ha potuto concretizzare progetti – in parte già avviati in precedenza – proprio nel settore delle cure agli anziani. Così è stato possibile avviare il progetto che vedrà inserite in un unico ente amministrativo le 5 case degli anziani della città, Torriani, Quiete, S. Lucia, Cabrini e Girotondo (qui con l’accordo dell’altro comune proprietario, Novazzano). Un’esperienza importante che, trovando il necessario consenso, potrà stimolare la nascita di un Ente case anziani di dimensione regionale, con l’obiettivo di affrontare nel modo migliore la situazione della quarta età nei prossimi anni, caratterizzati da una mancanza importante di posti letto nelle case degli anziani, già tenuto conto di quelle che stanno per nascere. La collaborazione, del resto, è alla base di due convenzioni sottoscritte recentemente nel distretto, coordinate sul piano regionale dal SACD e sostenute dal Dicastero cittadino, che sta dedicando parecchia attenzione al volontariato. La prima riguarda il trasporto di persone anziane: l’Associazione Mendrisiotto Anziani AMA e il Servizio ambulanza Mendrisiotto SAM hanno istituito un’unica segreteria in grado di inviare all’utente che ne fa richiesta un’auto “normale” o una vettura più attrezzata, a seconda delle necessità. L’altra è una dichiarazione d’intenti tra Pro Senectute e Croce Rossa Svizzera per il coordinamento del volontariato e la formazione dei volontari.