Mezzi pubblici fra conquiste e attese

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(red.) Agli utenti non dispiacerebbe che ci fosse anche il bagno.  Sarebbe una piccola – grande comodità in più, come quella di poter disporre di un caffè, di un chiosco. Ma questa di Stabio è una fermata, proprio come San Martino, a Mendrisio. I bagni ci sono nelle stazioni, ma neppure in tutte, in alcune sono chiuse; costano e le ferrovie, se non trovano una soluzione a loro conveniente, vi rinunciano perché, in fondo, sul treno i bagni ci sono.

Entrambe le fermate, realizzate da poco tempo, potranno svilupparsi nei prossimi anni; tutto dipenderà dalla politica del pubblico trasporto. Il quale da un paio di settimane, nella nostra regione, ha conosciuto importanti cambiamenti, suscitando apprezzamenti ma anche lamentele, come già riportato sui numeri precedenti del nostro settimanale.
A Stabio il Municipio non si tira indietro nel promuovere il treno, come indica la cartellonistica posta sulla “cantonale” all’altezza della stazione (L’Informatore del 18 dicembre), rammentando che vi sono ancora posteggi liberi accanto alla fermata. La messa in esercizio completa della ferrovia, su un cantiere che ha conosciuto in Italia pesanti ritardi oltre Gaggiolo, non potrà che portare più frontalieri targati “P+R” a Stabio.
Un’altra linea che supera il confine, anch’essa “vittima” delle complesse procedure burocratiche italiane è stata ripristinata con il nuovo orario. La mattina di sabato 12 dicembre, qualche ora prima che entrasse in vigore il nuovo orario, sul tavolo di Autopostale Ticino, è giunta l’autorizzazione all’esercizio della linea Capolago – Riva S. Vitale – Brusino Arsizio fino a Porto Ceresio, interrotto bruscamente dall’Italia proprio due anni fa. Primo a congratularsi, la stessa mattina, il Comune di Porto Ceresio, i cui funzionari hanno telefonato ai responsabili di Autopostale. Era stata l’Autolinea Mendrisiense, precedente gestore, ad ottenere al termine di una trattativa lunga e complicata, l’autorizzazione federale, già arrivata alcune settimane fa. Ma il permesso per varcare il confine non si era potuto trasferirlo automaticamente da un’azienda di trasporto all’altra, sono stati necessari alcuni giorni. Per ora dati precisi sull’utilizzazione del postale da parte dei frontalieri non ce ne sono.
Intanto nel Mendrisiotto si levano voci critiche verso la tesi che accredita a questa regione le “colpe” relative al disagio sulle strade e sull’A2, dall’inquinamento alle perturbazioni del traffico. Fosse per la sola quantità di frontalieri che lavorano nel Mendrisiotto, non ci sarebbe alcun problema viario; basta osservare la colonna di auto alla mattina per capire che il Mendrisiotto è soprattutto luogo di transito verso il Luganese; nella direzione opposta il flusso di auto è ben più limitato. È il Luganese, dove da 4, 5 anni è esploso il numero di posti di lavoro nel terziario, ad aver creato problemi. E quella è una regione in cui i posteggi abbondano, anche quelli pubblici, soprattutto nella periferia della città: nel solo posteggio delle Fornaci, a Lugano sud ci sono 400 posti auto.
Il futuro sarà ancora in salita, lo indicano i dati sulla mobilità resi noti questa settimana dal Cantone. Per il trasporto pubblico, confrontato ad un costante aumento delle auto, la sfida continua. Le regioni periferiche – per tornare al nuovo orario – sono quelle più svantaggiate. Doron Favaro, di Arzo, dei Verdi, scrive all’Informatore che si fa troppo poco ancora, soprattutto a livello comunale: “solo assicurando alla popolazione un’efficace rete di spostamenti tramite bus e treni potremo togliere macchine e smog dalla nostra circolazione (…) Ma non ci riusciremo finché i trasporti in bus non saranno garantiti almeno tra le 6 e le 22 con corse ogni mezz’ora sincronizzate agli orari del treno. E questo vale ancora di più per le zone discoste dalla stazione ferroviaria come la Valle di Muggio e quella della Montagna”.
Anche su un livello superiore dei collegamenti, quelli tra il Ticino e il resto della Svizzera le cose non stanno andando molto bene. I Giovani liberali radicali ticinesi (GLRT), in un’interrogazione al Governo cantonale di Fabio Käppeli, sottoscritta pure dai deputati Natalia Ferrari Micocci, di Stabio e Sebastiano Gaffuri, di Breggia, si fanno portavoce dei disagi dei ticinesi, studenti in particolare, confrontati con capienza dimezzata dei treni, soppressione di corse, ritardi, continui aumenti dei prezzi dei biglietti e degli abbonamenti. “Confidiamo in Alptransit” ma intanto sulla relazione nord sud “la qualità dei servizi sta purtroppo diminuendo”.