Che entusiasmo i giovani calciatori!

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Henri) È di grande importanza l’attenzione che in svariate sedi, chi per passione chi per amore della disciplina, molti dedicano al calcio giovanile. Ne parliamo con Harry Fehr (nella fotografia), vice-presidente del comitato organizzativo del Memorial Martelli-Meroni, simpatica e bella rassegna calcistica giovanile, che per certi aspetti ci riporta ai tempi, del calcio d’antan in cui ai ragazzini non si parlava certamente di tattica e certe parole (per non dire di vere e proprie violenze verbali, o peggio ancora) erano bandite sul campo.

 

Molti sono i dirigenti, gli allenatori e i formatori che si adoperano in prima persona,qualcuno preferendo addirittura rimanere dietro le quinte, per favorire la crescita dei nostri ragazzi. Ci credono, sono felici quando li vedono crescere. Il loro è un lavoro certosino, sanno di avere a che fare con ragazzini entusiasti, animati di passione. Passione che non va però, a quell’età (partiamo dalla scuola-calcio), seppellita da critiche o da un lavoro che rischia di diventare routine noiosa. Perché probabilmente non tutti (chi insegna, non chi sta imparando) ne hanno la capacità. E così tanti di questi ragazzi diventano degli scontenti!
Veniamo ai tornei giovanili. Il Memorial Martelli-Meroni è di livello eccellente, la partecipazione di squadre  svizzere (Basilea, Grasshopper) ed estere (Russia, Giappone) è di tutto rispetto.
Nel 2015, siamo oramai agli sgoccioli ma vale la pena parlarne, il Torneo ha festeggiatola 20esima edizione, vinta dai giovani del Porto che in finale hanno battuto i pari categoria del Genoa.

Essendomi incontrato con Fehr allo stadio, partiamo dall’ultima edizione:
Per essere precisi quella del maggio scorso è stata l’ottava in questo formato (Under 14, torneo a 8 squadre) cui abbiamo dato il via, per l’esattezza, nel 2007. Metterei in evidenza che si è giocato sui bei campi di Balerna, Morbio e Chiasso, mentre al Riva IV si sono disputate tutte le finali. Abbiamo visto allineate squadre valide, forti e molto bene organizzate. Ce ne rallegriamo, è ovvio.

Ci parli dell’internazionalità della manifestazione:
In effetti il Memorial Gabriele Martelli/Alexandre Meroni (MMM) negli ultimi anni è diventato internazionale. Ci siamo aperti sempre di più, tanto che l’anno scorso sono arrivate addirittura squadre dal Giappone. Quest’anno, oltre ai nostri portacolori, ossia il Team Ticino, avevamo il Grasshopper e la squadra che tutti vorrebbero avere a ogni livello: il Basilea che è presente da ben sei anni. Ciò testimonia quanto il Torneo sia apprezzato dal club campione svizzero. Pensi che i ragazzi arrivano addirittura ad auto invitarsi! Va da sé che siamo felici di questo loro interesse. Potrei raccontare un piccolo aneddoto…

Racconti, racconti…
L’anno scorso il Basilea non aveva partecipato per scelta dell’allenatore Benjamin Huggel, contrario ai tornei che durano più di un giorno. La società pur tenendoci moltissimo, non era riuscita purtroppo a fargli cambiare idea… Quest’anno, per timore che non li invitassimo più, i renani si sono auto iscritti già nell’aprile scorso! Il fatto che il club campione svizzero riceva decine e decine di inviti e opti per il nostro Memorial non è ovviamente cosa da poco: ne andiamo davvero orgogliosi.

Qual è la caratteristica del Memorial?
Beh, una cosa particolare è rappresentata dal gruppo di accompagnatori che sono nativi delle rispettive nazioni partecipanti. Per lo Zenit San Pietroburgo abbiamo trovato collaborazione da parte di persone russe, un anno fa con il Giappone vi erano ragazze che vantavano un’esperienza lavorativa nel paese del Sol Levante. Ma c’è un’altra particolarità che ci caratterizza: abbiamo la fortuna di contare su un gruppo di organizzatori affiatatissimo.

Funziona anche a livello di budget?
Vorrei prima di tutto ringraziare tutti gli sponsor: sono generosi e fidati che capiscono l’importanza di una manifestazione come la nostra. Fintanto che ci staranno vicini, riusciremo a tenerla in vita. Sarebbe un grande peccato se un giorno non dovessimo più farcela. Un grazie di cuore va anche agli alberghi che ospitano questo bel gruppo di giovani entusiasti. Posso fare i nomi? Sono il Banhofhaus e il Mövenpick di Chiasso, l’Hotel Milano a Mendrisio, lo Svizzero di Capolago, l’Albergo Stazione e la Perfetta di Arzo.

Il suo augurio, signor Fehr?
Saremmo felici di restare al livello attuale di puro divertimento ma ugualmente di grande qualità, come è sempre stato il caso, grazie alla partecipazione di calciatori che probabilmente si stanno già giocando la carriera a questa giovane  età.
       
E sì, Harry Fehr ci dà lo spunto per continuare il discorso fatto all’inizio. Diamo anche ai nostri giovani la possibilità di crescere e migliorare. Da parte loro la volontà non manca di certo. Purtroppo quando si tratta di infondere ai ragazzi grande fiducia (la determinazione è già ben delineata) e si dovrebbe dargli la possibilità di fare diventare reale il loro sogno, le nostre squadre di categoria superiore abbassano le serrande. Basta dare un’occhiata alle formazioni che vengono schierate in campo. E ai risultati ottenuti. Il giovane deve essere incentivato, smettiamola di dire che non è all’altezza di giocare in una modesta ChL come quella attuale.
La politica in atto in qualche società ci lascia perplessi. Non è più il momento di mescolare le carte dicendo che da noi non ci sono giocatori in grado di evolvere un gradino o due sopra. È troppo chiedere a chi pilotale due compagini di SL/ChL di tornare a farci gustare il sapore delle cose fatte in casa? Il “mercato d’inverno” sta per aprire, auguriamoci che non si lascino prendere di bel nuovo dal frastuono della grancassa.