(red.) Il Centro di pronto intervento fu discusso dal Consiglio comunale nei minimi dettagli, anche per quanto riguarda i fiori. Ma il riparto delle spese tra i Comuni per mantenere il CPI rimase probabilmente un po’ in ombra, almeno per quanto riguarda la sede dei pompieri.
Si leggeva, nel rapporto di una commissione, della necessità di studiare una variante al previsto roseto, “scegliendo specie floreali diversificate che abbiano una fioritura nei diversi periodi dell’anno, senza trascurare le spese di manutenzione”. I fiori appaiono oggi un dettaglio se confrontati al contenuto della lettera di protesta che riguarda il Corpo pompieri, inviata nei giorni scorsi al Municipio di Mendrisio dai Comuni che non appartengono alla giurisdizione della nuova città nata con le fusioni. Lo scritto – ne ha dato notizia il Giornale del Popolo – per la prima volta attacca la “leadership” della città nella sua nuova dimensione regionale su un tema molto delicato, i costi del Corpo pompieri.
Nessuno vorrebbe trovarsi un giorno con le fiamme intorno e i pompieri lontani, o poco preparati, o troppo pochi. Ma la lettera, oltre a porre sul tavolo la questione della spesa, mette in dubbio lo stesso assetto organizzativo attuale dei pompieri. L’iniziativa è partita da Stabio, borgo di confine in cui peraltro trovano sede moltissime industrie che devono stare all’erta 24 ore su 24 per quanto riguarda la sicurezza, fuoco compreso. La lettera è poi stata sottoscritta da quasi tutti i Comuni, che chiedono, visto che pagano, di poter partecipare anche loro all’allestimento dei conti del Corpo pompieri. Il Municipio cittadino non ha ancora esaminato la lettera che attira l’attenzione su un altro punto delicato: la risoluzione del 19 dicembre 2013 in cui il Consiglio di Stato chiedeva ai due Municipi di procedere, entro il 31 dicembre 2015, all’integrazione dei pompieri di Chiasso, mediante lo scioglimento del Corpo, in quello di Mendrisio, per dar vita ad un unico Centro di soccorso, sede regionale dei pompieri.