Apprendisti, leggera ripresa dei posti

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• (red.) Ieri il DECS e la Divisione della formazione professionale hanno presentato i risultati della campagna di collocamento degli apprendisti 2015.  Le aziende abilitate, che hanno tutte ricevuto una comunicazione da parte del Cantone per impegnarsi ad assumere apprendisti, sono 4866 e offrono complessivamente 2433 posti, 38 in più rispetto allo scorso anno. Una leggera ripresa dei posti di tirocinio che è naturalmente guardata in modo positivo.

 

Alla presentazione dei risultati hanno partecipato il direttore del DECS Manuele Bertoli, Gian Marco Petrini, direttore aggiunto della Divisione, Rita Beltrami, direttrice dell’Ufficio d’orientamento, Luigi Bernasconi, collaboratore scientifico.
Il 44.4% dei posti offerti si trova nel Luganese. Il Mendrisiotto, con l’8.1% e la Regione Tre Valli, con il 9.2%,  sono le regioni con le quote inferiori.
Il Sottoceneri è un bacino più esteso rispetto al Sopraceneri. I due poli, a Nord le Tre Valli, a Sud la nostra regione, mostrano la minore offerta, come visto, ma le motivazioni sono molto diverse: nelle Tre Valli si trovano meno aziende, mentre nel Mendrisiotto sono presenti aziende poco attive nel reclutamento degli apprendisti, hanno spiegato i responsabili dell’orientamento.
Per permettere lo svolgimento ottimale delle operazioni di collocamento, nel corso delle prossime settimane dovrebbero essere messi ancora a disposizione circa 600 posti supplementari, in modo da giungere alle circa 3000 unità in grado di soddisfare le richieste delle persone alla ricerca di un posto di apprendistato; bisogna infatti considerare che, accanto agli alunni che hanno terminato la scuola media in giugno, ci sono numerosi giovani che per una ragione o per l’altra lasciano le strade che avevano scelto in precedenza (studi, altri tirocini) per bussare alla porta delle aziende, chiedendo il posto d’apprendista.

POCHI O ZERO POSTI IN CERTI SETTORI
Per alcune professioni il numero dei giovani che ha concluso quest’anno la quarta media e cerca un tirocinio supera quello dei posti attualmente a disposizione. Le maggiori difficoltà di collocamento si rilevano soprattutto per l’assistente di farmacia con 23 giovani alla ricerca di un posto e solo 2 posti ancora disponibili, l’assistente di studio medico dove 10 giovani cercano ma dove nessun posto è più segnalato, l’estetista dove sette giovani cercano con zero posti a disposizione, il giardiniere con 13 giovani alla ricerca del posto e uno solo ancora disponibile, il cuoco con 16 giovani alla ricerca per un solo posto rimasto libero; e questo per segnalare solo le situazioni più eclatanti.

LE SCELTE DEGLI ALUNNI DI QUARTA MEDIA
Nel maggio scorso gli allievi di quarta media hanno compilato un questionario relativo alle loro scelte al termine della scuola dell’obbligo e grazie a questo rilevamento e a quelli intercorsi nel frattempo si sono potute registrare le loro scelte.
Il dato è naturalmente ancora provvisorio poiché fra desiderio ed effettiva possibilità non corre una linea diretta, la scelta è soggetta a condizionamenti esterni: la media scolastica, il posto di apprendistato da trovare, ecc.. Pertanto solo a fine settembre si potranno avere dati relativamente certi rispetto alle scelte intraprese dai giovani che hanno terminato a giugno la scuola media.
In generale, dalle risposte fornite dagli allievi e dalle allieve, emerge che il 42.1% (40.8% nel 2014) vorrebbe frequentare una scuola media superiore, mentre il 51.8% (52.6% nel 2014) intraprendere un percorso professionale, di cui il 29.7% (30.2% nel 2014) nella forma dell’apprendistato in azienda.
Per quanto concerne la scelta verso il medio superiore, la percentuale si scompone fra il 31.1%  che sceglie di frequentare il liceo cantonale, il 7.5% che opta per la Scuola cantonale di commercio di Bellinzona e il restante 3.5% che sceglie il liceo privato.

PIÙ IN DIFFICOLTÀ LE RAGAZZE
Si conferma ancora una volta la regola per la quale le ragazze scelgono meno la via del tirocinio, ma quando lo fanno incontrano più difficoltà dei maschi a trovare il posto, poiché scelgono fra un ventaglio minore di professioni, secondo logiche di gender per cui la ripartizione fra “professioni al maschile” e “professioni al femminile” è ancora molto ancorata nelle rappresentazioni sociali della nostra società.