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• (red.) Lunedì 13 luglio il Consiglio comunale di Mendrisio è chiamato a discutere la variante al piano particolareggiato di Villa Argentina. L’esame del messaggio da parte della Commissione della pianificazione è terminato alla fine di giugno, ma non è stata raggiunta l’unanimità.
Sono stati redatti due rapporti, di maggioranza e minoranza. Tutti sono d’accordo sul principio di acquistare il terreno in alto, sottraendolo all’edilizia residenziale; ma ci sono visioni diverse, anche all’interno di alcuni gruppi politici, sulla prospettiva di riservare all’Accademia d’architettura un appezzamento per completare il campus (SUL massima: 3 mila mq). Il costo della variante non è una sciocchezza: 11 milioni di franchi, di cui 8 milioni per l’esproprio. Il ragionamento di fondo della maggioranza è semplice: la Città, con un impegno considerevole, estende il parco di Villa Argentina, chiedendo nel contempo di soddisfare le necessità dell’Accademia, concedendole il diritto di costruire un edificio, con una funzione pubblica precisa, al limitare del parco. Il luogo è marginale e attualmente, incolto, come hanno potuto appurare i membri della commissione – presieduta da Mario Ferrari, PS – durante un sopralluogo. Come noto, questa visione non soddisfa i promotori della mozione “Per una pianificazione rispettosa dei valori storici, culturali e paesaggistici del parco”, che pure sarà all’ordine del giorno lunedì 13, prima della discussione della variante. Secondo i promotori, che hanno iniziato la loro “battaglia” raccogliendo quasi tremila firme nel 2009, l’intero mappale 3043 deve essere vincolato “a zona verde-svago, per metterlo a disposizione della cittadinanza quale area pregiata unitamente al resto del parco di Villa Argentina già di proprietà pubblica”.
Ma la variante non è limitata evidentemente al solo parco; il perimetro è ben più vasto e comprende anche le tre ville che si affacciano lungo Via Turconi. il Dipartimento ne suggerisce l’inserimento nell’elenco dei beni culturali tutelati sul piano cantonale. Il Municipio, pur lasciando in piedi questa visione (ristrutturare o ampliare seguendo le indicazioni della variante) ritiene che, qualora sia necessario destinarle ad altre funzioni, o vi siano problemi complessi (come il costo eccessivo degli interventi) le tre ville possano essere demolite e ricostruite con le caratteristiche e le tipologie originali. La Commissione della pianificazione non è di questa opinione, non credendo saggio demolire e poi ricostruire come prima; è da preferire il restauro conservativo, ponendo dei vincoli chiari di salvaguardia sulle tre proprietà, che potrebbero interessare domani anche all’Accademia come accaduto di recente con il vicino Ristorante “Vignetta”.