È nata “Città Vivibile & Solidale”

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• (p.z.) La signora Sulmoni abita ancora qui? “Non saprei dirle”. Quante volte notiamo che nel medesimo palazzo gli inquilini non si parlano e non si conoscono, o le famiglie delle villette contigue sono chiuse a guscio nel loro micro-mondo! In questa società in cui si respira un alto tasso di individualismo, vi sono persone che hanno bisogni semplici e altri individui che desiderano rendersi utili. E allora perché non metterli in contatto favorendo l’aiuto reciproco e gratuito, oltre che dando battaglia alla solitudine? È questa l’idea semplice e nel contempo geniale che ha fatto nascere “Città Viva & Solidale” ovvero CI.VI.S, un’associazione senza scopo di lucro e alla quale possono rivolgersi tutti. La sua sede è a Mendrisio ma il suo raggio d’azione si estende in tutto il Mendrisiotto.

 

“In una società caratterizzata da un individualismo dilagante, riteniamo di non poter restare inerti e passivi e siamo quindi convinti che si debbano adottare misure urgenti quali la condivisione, l’accoglienza, l’incontro con l’altro, la relazione e il reciproco aiuto”. È l’obiettivo dell’operazione descritto – nero su bianco – nello statuto dell’associazione  adottato dall’Assemblea costituente svoltasi lo scorso 16 marzo a Mendrisio. E a redigerlo sono stati gli ideatori di CI.VI.S ovvero quattro persone professionalmente attive in ambito sociale: Mauro Bonardi, Stefania Cattaneo, Amos Miozzari e Adriana Rölli-Bernardi. Il nostro scopo – chiariscono  – è creare ponti virtuali tra le realtà di ognuno. Ponti che colleghino le persone motivate a prestare aiuto ad altre persone bisognose di sostegno. E i collegamenti possono essere bidirezionali: significa che ognuno può aiutare ed essere aiutato.

• Come funziona?
Le persone che si rivolgono all’associazione devono essere maggiorenni (18 anni compiuti). Si può prendere contatto con la CI.VI.S, chiamando il numero di telefono 076/615 95 57 o componendo l’indirizzo e-mail info.associazionecivis@gmail.com. A questo punto – di preferenza per contatto personale – viene compilata una scheda dove l’interessato fornisce i propri dati indicando anche la professione, lingue conosciute, hobbies ed eventuale possesso della patente. Ma quel che più colpisce è la parte della scheda in cui si può indicare cosa si vorrebbe chiedere e cosa si potrebbe offrire. Si aggiungono inoltre i giorni di disponibilità e la zona nella quale ci si può muovere. Una volta riempita la scheda, i responsabili dell’associazione si preoccupano di mettere in contatto le persone che ritengono compatibili per un raggiungere un obiettivo. Poi saranno loro a decidere se fidarsi l’una dell’altra (“L’associazione non si assume alcuna responsabilità sull’operato dei membri” recita lo statuto). Lo scambio di favori è reciproco in senso allargato: significa che se partecipo al progetto magari una volta chiedo aiuto e una volta fornisco sostegno ed entro in contatto con persone diverse.

• Che bisogni e che aiuti?
Parto per le vacanze e non so a chi chiedere di bagnarmi i fiori.  Oppure ho una certa età e non ho alcuna dimestichezza con i computer: un giovane viene ad insegnarmi i fondamentali informatici e in cambio io gli impartisco lezioni di tedesco. Aiuto qualcuno ad andare a fare la spesa una volta alla settimana, accompagno un anziano dal medico, leggo un libro ad una persona cieca, faccio compagnia a qualcuno che ne ha bisogno, tengo i bambini ad una mamma “sovraccarica”. Possono essere infiniti i bisogni semplici. E ci sono persone che si trovano in momenti della propria vita in cui sentono di avere delle risorse da poter dare: magari madri ancora giovani ma con i figli ormai grandi, pensionati in forma, giovani in anno “sabbatico” dopo il liceo. La questione è quella di offrire o chiedere del tempo, entrando in una sorta di rete che può sostenere le persone valorizzando i rapporti sociali e la dimensione del volontariato. A differenza di associazioni ed enti che sostengono progetti umanitari all’estero, quest’iniziativa  si prefigge di attivare le persone qui, sul posto, aiutandole ad aiutarsi vicendevolmente.