(red.) “Un primo sassolino gettato nello stagno dell’indifferenza della nostra società”: così il Dr. Olivier Giannini, viceprimario di medicina interna all’Ospedale regionale di Mendrisio, definisce l’idea di coinvolgere gli studenti del Liceo cantonale di Mendrisio in una giornata di sensibilizzazione al trapianto d’organi, in agenda lunedì 27 aprile. Giannini, fra i relatori invitati, porterà agli studenti le statistiche nazionali più attuali, oltre a brevi cenni storici relativi alla medicina del trapianto. Tecnica che ha avuto in Svizzera un’evoluzione rapida e gratificante grazie alla chirurgia e ai medicamenti anti-rigetto di nuova generazione.
La giornata, per le classi terze, è stata messa a punto dalla Direzione e dagli insegnanti del Liceo nell’ambito del programma di promozione della salute. In passato l’accento era messo piuttosto sul concetto di prevenzione delle malattie. Negli ultimi anni il Liceo di Mendrisio ha sviluppato momenti di riflessione che portano verso l’assunzione delle proprie responsabilità. E se nelle prime e seconde classi si parla soprattutto dello “star bene” individuale e con gli altri, in terza, avendo raggiunto la maggiore età, quella dei diritti civici, gli studenti sono invitati a riflettere – sempre nel vasto campo della salute – sulla responsabilità sociale.
In quest’ottica il tema del trapianto d’organi appare in tutta la sua evidenza. La questione è ben nota: liste d’attesa chilometriche e pochissimi donatori. Il Liceo non chiederà certamente ai suoi studenti di diventare donatori, prendendo la relativa tessera di Swisstransplant, l’organizzazione nazionale che si occupa delle rigide norme relative al dono e ai trapianti. L’obiettivo della giornata è, piuttosto, “di essere informati e dunque di capire la sostanza di un problema con risvolti etici, ed anche emotivi, tutt’altro che trascurabili”, spiega a L’Informatore, il prof. Luigi Croci, della Direzione del Liceo.
Alla giornata, organizzata con la collaborazione dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e del Lions Club Mendrisiotto, sono stati invitati medici e sanitari di primo piano, impegnati da anni, ciascuno con le proprie competenze, nel settore dei trapianti d’organo. Andreina Bocchi Molinari, infermiera di cure intensive, segue al “Civico” di Lugano le procedure dell’espianto, parlando con i famigliari dei donatori nei momenti più delicati; insegna in diverse scuole infermieristiche ed è da sempre impegnata nel promuovere, nelle diverse cerchie sociali, il dono d’organi. La Dr.ssa Daniela Garzoni, responsabile del servizio di nefrologia di Mendrisio, dove sono presi a carico i pazienti del Mendrisiotto che devono essere sottoposti alla dialisi, collabora con l’Ospedale universitario di Basilea per il registro dei trapianti da donatore vivente. Si tratta di consanguinei, famigliari, amici ma anche di qualche persona anonima, disposte a donare un organo del proprio corpo, di solito un rene, per permettere ad un’altra persona di sopravvivere. Anche in Ticino alcuni ammalati di patologie renali possono beneficiare ogni anno di questa generosità; ma le persone iscritte per un trapianto sono tante anche da noi in una lista nazionale che lo scorso anno superava le 1400 persone. La tendenza, davanti ad un’attesa che si prolunga negli anni, è appunto quella di far capo a donatori viventi, in una proporzione piuttosto sorprendente rispetto al più “classico” espianto a vita terminata. Tutto ciò considerando un quadro generale – sempre per quanto riguarda quest’organo – che mostra un chiaro aumento di patologie specifiche dovute al prolungarsi della vita umana nei paesi del benessere o ad abitudini di vita non propriamente sane. “Quando frequentavo il Liceo, con i nostri insegnanti avevamo visitato un padiglione dell’Ospedale neuropsichiatrico di Mendrisio. Momenti coinvolgenti, che ricordo ancora oggi. E’ importante che la scuola porti in aula riflessioni che toccano aspetti che non lasciano indifferenti i giovani, come le emozioni che in un modo o nell’altro sono legate al dono d’organi”, spiega Daniela Garzoni.
Di vita e di morte, in termini biologici e medici parleranno gli altri relatori. Il Prof. Roberto Malacrida, già primario di medicina intensiva all’Ospedale di Lugano, vice presidente del Comitato etico dell’EOC è chiamato a parlare della relazione tra l’etica e i trapianti, mentre il Dr. Paolo Merlani, capo del dipartimento di medicina intensiva EOC è stato invitato a dare agli studenti le spiegazioni scientifiche sul concetto di “morte cerebrale”, da cui dipende il via alla procedura di espianto dell’organo, destinato a riaccendere la vita e le speranze in un’altra persona.