C’è stato un errore e ci scusiamo

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(red.) “L’intero Municipio si scusa per la situazione. Abbiamo lavorato e siamo incappati in un errore”. Il sindaco Carlo Croci ha ammesso che qualcosa non ha funzionato nel contesto del cantiere del grande progetto “Fuori Porta”.

 

Sbaglio che si è tradotto nella richiesta di un credito supplementare di 1’161’000 franchi per la costruzione degli spazi del Centro di pronto intervento (CPI). Il messaggio, all’ordine del giorno della seduta del Legislativo di Mendrisio dello scorso lunedì, è stato approvato a maggioranza,  con 44 voti favorevoli, 3 contrari dei Verdi – che hanno ribadito la loro opposizione a un progetto giudicato megalomane – e 5 astenuti tra i banchi della Sinistra.

La somma è necessaria a finanziare gli spazi, già peraltro realizzati, destinati a ospitare la polizia cantonale all’interno del complesso all’ingresso del Borgo. È in questo contesto che risiede il nocciolo della questione. La trattativa con il Cantone – ha ricordato il capo dell’Esecutivo – si è svolta in ben 23 fasi! Il Municipio – secondo la ricostruzione illustrata lunedì – ha preso visione lo scorso luglio della richiesta dei servizi di anticipare alcuni lavori per pemettere l’insediamento della polcantonale. Richiesta approvata con sollecitazione alla stesura del messaggio. L’idea iniziale era quella di presentarlo al CC in agosto. La complessità delle trattative, tuttavia, ha distolto l’attenzione. “Non ci siamo accorti dello slittamento dei tempi” ha continuato Croci, assicurando che “non abbiamo assolutamente voluto scavalcare il Consiglio comunale”.
Il modus operandi, nondimeno, è stato criticato da più parti durante il dibattito che ha preceduto il voto “di responsabilità” del Legislativo. I Verdi, con Tiziano Fontana, hanno ribadito un “no” di sostanza a un progetto sovradimensionato. Le critiche hanno però riguardato anche l’aspetto formale: l’atteggiamento è stato definito arrogante e lesivo dello stato di diritto.
Da un punto di vista tecnico, ha osservato Françoise Gehring (Insieme a Sinistra), si può comprendere l’agire del Municipio; ma non si può tacere il fastidio provocato dalla fuga in avanti del Municipio e dalla prevaricazione delle competenze del Consiglio comunale.
“Voterò sì, turandomi il naso” ha esordito il liberale-radicale Tiziano Calderari, “ma lo faccio unicamente per senso di responsabilità”. Calderari ha posto l’accento sul fatto che il Legislativo si è trovato a discutere un messaggio per un’opera già edificata: “non è il modo di procedere che si addice a un consesso pubblico e democratico”.
Il presidente della sezione PLR di Mendrisio – rammentando che il problema è stato portato alla luce grazie all’intervento del collega Nicola Rezzonico – ha sottolineato la gestione dilettantesca dell’intero processo e l’assenza di trasparenza. È quindi andato oltre, mirando la direzione del Dicastero costruzioni, chiedendosi se la guida politica, affidata al municipale Matteo Rossi, sia ancora valida. L’interessato ha replicato assicurando la volontà di rimanere al proprio posto sino all’aprile del prossimo anno. La provocazione di Calderari ha suscitato anche la pronta reazione della sezione PPD che, a mezzo di un comunicato, ha definito la richiesta “totalmente fuori luogo e inopportuna”, ribaltando le responsabilità sul Dicastero sicurezza pubblica, retto dal PLR, tanto da azzardare problemi di comunicazione all’interno del partito.
L’invito a sostenere il messaggio è giunto, nell’ambito della seduta consiliare, dai banchi del PPD. Pascal Cattaneo ha sollecitato i colleghi a focalizzare l’attenzione sulla vera questione: siamo convinti della realizzazione del CPI in tutte le sue fasi? L’accento è stato posto sul bisogno di sicurezza della regione e sull’importanza della presenza della polizia cantonale.
“Resto convinto della priorità dell’opera” gli ha fatto eco Daniele Caverzasio (Lega/UDC/Ind) “ma critico la difesa a priori del modus operandi. Qui è di fiducia che si parla”.

Il consesso ha liquidato inoltre senza discussioni il messaggio, approvato all’unanimità, contenente la richiesta di un credito quadro di 1’400’000 fr per il periodo 2015-2018 destinato alla manutenzione straordinaria della rete stradale.