Exten, settimana di fuoco

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Momento atteso quello di ieri mattina nella vicenda dei lavoratori della Exten SA di Mendrisio. È intervenuto il Cantone. All’incontro di conciliazione a Bellinzona si sono riuniti la direttrice del Dipartimento delle finanze e dell’economia Laura Sadis, alcuni rappresentanti del sindacato UNIA e una delegazione del comitato di sciopero dell’azienda. Il tentativo di mediazione è giunto dopo una settimana di sciopero indetto dagli operai supportati dal sindacato UNIA per contestare il taglio profondo ai salari: 26% per i frontalieri e 16% per i residenti. L’esito non è ancora noto.

 

Il caso della Exten di Mendrisio diviene emblematico. Riflette il momento di crisi economica sommato allo scossone seguito alla decisione presa dalla Banca Nazionale di sganciare il franco dall’euro. Tutto il Cantone segue la vicenda di via Laveggio.

Forse voi state facendo un percorso che servirà a frenare la tendenza al deterioramento delle condizioni di lavoro di molti operai?, chiediamo ad alcuni lavoratori che sono di picchetto davanti ai cancelli chiusi dell’azienda. “Sì, è vero. La nostra battaglia mostra che ci si può opporre a determinate condizioni e quindi potrà servire ad altri, ma forse è proprio perché abbiamo gli occhi di tutto il Cantone puntati su di noi, che non si riesce a sbloccare la nostra vicenda” commenta un dipendente. Da quanti anni lavorate a questi imballaggi? “Io da 2 anni, ma lui da 24”. Le vostre famiglie… “sono molto preoccupate. Temono che perdiamo l’impiego ma noi pensiamo che sia meglio correre questo rischio piuttosto che “regalare” un quarto di salario ora e ancor di più nei prossimi mesi”. Lo sciopero è organizzato a picchetti che si alternano sull’arco delle 24 ore, giorno e notte, con rappresentanti del sindacato UNIA sempre presenti. Fa freddo. Dentro un bidone si tiene acceso il fuoco per scaldare le mani. È stato montato un gazebo dove operai e sindacalisti possono bere un sorso e consumare del cibo. E infatti un furgoncino ritira le pentole del pranzo: proviene da Casa Astra, il centro di prima accoglienza (la cui sede ora è Mendrisio). “Sì, ci hanno chiesto di procurare del catering” spiega Donato Di Blasi, responsabile della struttura. Ma ripercorriamo le tappe di questa settimana di fuoco.

• 1° giorno di sciopero:
alle sei di mattina gli operai incrociano le braccia.
Sono un centinaio i dipendenti dell’azienda coinvolti da giovedì scorso nel braccio di ferro con la loro direzione. Al tavolo si tratta, ma senza alcun risultato. Il “nodo” del taglio ai salari è stretto.

• 2° giorno: viene allontanata una segretaria e un operaio accusa un malore.
Si arroventa il clima fuori dai cancelli. Una segretaria impiegata da oltre 30 anni per l’azienda, viene allontanata (la versione dell’UNIA parla di licenziamento, ma per la direzione è solo allontanamento). La donna si era presentata per preparare le buste-paga. Un operaio invece accusa un malore. Provato dalla notte di picchetto e dalla tensione, l’uomo riscontra un problema cardiaco ma poi si riprende. Durante l’assemblea dei lavoratori esprimono solidarietà Massimo Mantovani del sindacato VPOD, Françoise Gehring del SEV, Ivo Durisch di  Cittadini per il territorio ed Enrico Borelli (segretario cantonale di UNIA). Nel pomeriggio anche il gruppo politico di Insieme  a Sinistra prende posizione con un comunicato che punta il dito contro quei “datori di lavoro che non sanno più cosa significhi la responsabilità sociale”.

• 3° e 4° giorno:
la legale dell’azienda parla di sciopero illecito
e “bullismo” del sindacato
La legale dell’azienda, Prisca Renella, invia una lettera-aperta al sindacato UNIA tacciandolo  di “bullismo” nei confronti degli operai. “Uno sciopero per essere legale deve prima prevedere una negoziazione, discussione che qui non c’è stata”. Secondo l’avvocato, la Exten avrebbe invece agito in modo corretto convocando i lavoratori a gruppi e poi singolarmente. La ditta va male da anni – viene spiegato dai vertici della ditta – la situazione è davvero critica. Renella riferisce che, nel mese di gennaio, ai lavoratori è stato spiegato che per non procedere a licenziamenti si vanno a decurtare i salari. Tagli che toccano in ugual misura dipendenti e dirigenti. Viene definito “l’unico modo per salvare l’azienda”.

• 5° giorno:
è ancora fumata nera
Non si trova un accordo malgrado le trattative che vedono ancora la proprietà della Exten sulla sua proposta di ridiscutere i contratti sottoscritti da 90 dei 97 dipendenti nel febbraio scorso. Riesame che avverrebbe alla presenza di un sindacalista. I dipendenti – con l’appoggio di UNIA – chiedono invece di reintrodurre i salari precedenti. Syndicom esprime solidarietà agli operai.

• 6° giorno:
segnali di disgelo
da entrambe le parti.
Per la prima volta Luigi Carlini, il patron della ditta, si rivolge direttamente ai lavoratori e, prima dell’assemblea, porta una proposta agli scioperanti: sospendere per un mese l’aggiunta contrattuale che prevede una diminuzione dello stipendio del 26% per i frontalieri e del 16% per i residenti in Ticino. Si tratta proprio della modifica che gli operai vorrebbero fosse annullata. Solo 5 le mani che si alzano in favore della proposta di Carlini messa ai voti. L’assemblea decide quindi la continuazione dello sciopero ma lancia anche un segnale di apertura. Con un gesto spontaneo, i lavoratori si  dimostrano disponibili ad aprire i cancelli e permettere di caricare due mezzi pesanti di merce destinata a due grossi clienti. Intanto il sindacato UNIA replica al legale dell’azienda Prisca Renella: “L’azione è lecita in quanto è l’unica misura attuabile di fronte all’atteggiamento di chiusura manifestato dalla Exten”. Si esprime in solidarietà anche il sindacato VPOD e agli operai che fanno picchetto davanti ai cancelli della fabbrica giunge in visita il consigliere di Stato Manuele Bertoli. Portando il sostegno dell’autorità, il consigliere sottolinea come la battaglia dei lavoratori alla Exten sia la battaglia di molti e come alla fine debba prevalere il buon senso.

7° giorno:
il caso-Exten irrompe
nella politica comunale.
Il settimo giorno di sciopero, le cronache riferiscono di un’interrogazione presentata al Municipio dal gruppo Insieme a Sinistra sulle vicende dei lavoratori di via Laveggio e in generale sullo scenario delle aziende sul territorio. L’Esecutivo – chiede l’interrogazione firmata dal gruppo – ha preso contatto con le parti o prevede di farlo? E ancora: “Quali misure intende attuare il Municipio di fronte a casi come la Exten, evitando di trincerarsi  dietro il discorso della libertà economica che spesso nasconde la libertà di sfruttamento della manodopera?” La Sinistra chiede anche se il Municipio possa procedere a dei controlli sul rispetto delle norme sul lavoro.  Il sindaco Carlo Croci si dice preoccupato per le sorti della Exten SA ma anche per quelle di numerose aziende in crisi sul territorio. Interviene anche il presidente del PS Mendrisiotto Matteo Muschietti con uno scritto titolato “Exten SA gioca in modo sporco”. Il presidente del partito, sottolinea come sia un momento difficile per il Mendrisiotto e come sia necessario esprimere disappunto di fronte a scenari come quello della Exten.