(red.) Gli Amici dei camosci si sono riuniti in queste ore. Stanno preparando una presa di posizione da presentare al Dipartimento del territorio per difendere a spada tratta la sorte dei cervi del Monte San Giorgio. Saranno anche molti e faranno anche danni ma… “Va ricordato che nel 2005 c’era stata una mobilitazione popolare di 15’300 firme contro la caccia nel Mendrisiotto – sostiene Eugenio Zippilli, già presidente degli Amici del Parco della montagna che con gli Amici dei camosci avevano allora promosso la raccolta-firme – e a seguito di quest’iniziativa il Cantone, nel 2008, aveva posto il divieto di caccia del camoscio sul Generoso e del cervo sul San Giorgio.
A distanza di 7 anni, tornare a cambiare la legge, non ci sembra accettabile! Nel progetto attuale del Cantone (cioè aprire la caccia ai cervi sul San Giorgio) non siamo stati per nulla coinvolti e per quanto io sappia, non è stata coinvolta neppure la commissione scientifica introdotta nel 2008”. Siamo favorevoli – dichiara sull’altro fronte Diego Allio, presidente della Società Cacciatori Mendrisiotto – perché la montagna è confrontata ad una colonia di cervi fuori-controllo che producono danni e perché riteniamo non idonea la soluzione dei prelievi adottata in questi ultimi anni dal Cantone”.