Qualche ritardo ma c’è la coda

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• (red.) Si costruisce troppo a Mendrisio? L’offerta supera esageratamente la domanda? Interrogativi che aleggiano sopra le gru, così numerose in questi anni; e alle quali qualcuno non esita a rispondere di sì, addebitando l’esuberanza edilizia alle fusioni, avvenute sotto varie insegne, tra cui la riduzione delle tasse; motivo che può essere sufficiente per eleggere a nuova dimora la città, anche se il Casinò, buono per tutte le stagioni, sta mostrando preoccupanti limiti.

 

Ma cosa ci fanno, allora, quei 4 palazzi rimasti a metà in Via Turconi, a due passi dall’incrocio delle Banchette e dalle scuole comunali?  Come mai un cantiere montato a regola d’arte, come quello, con ponteggi e macchinari di prim’ordine, messi lì da un’impresa solida e ben messa sul mercato, è fermo da diverse settimane? Se c’è così tanta richiesta, perché quel prolungato “stop”, tinto di grigio, il colore del cemento armato?
La chiusura provvisoria del cantiere, decisa all’inizio di dicembre, dovrebbe presto risolversi in modo positivo dopo un percorso non privo di ostacoli. Per quanto l’Informatore ha potuto ricostruire, quell’operazione immobiliare, estesa su una superficie di 6’554 metri quadrati, con oltre 140 posteggi interrati, non era partita bene perché un ricorso di confinanti ne aveva ritardato l’apertura, prevista nel 2010, di almeno un anno. Ci sono state anche delle varianti in corso d’opera. Poi, a lavori ben avviati – siamo al mese di luglio 2014 – il cambio di regia dell’operazione con il subentrare di altri committenti.Un trapasso che ha richiesto il riavvio della procedura prevista dalla Legge federale che regola l’acquisto di fondi da parte di persone all’estero, per accertare, appunto, il rispetto dei divieti contenuti nella LAFE; trafila che è andata per le lunghe, fin verso la fine dello scorso anno e che ha indotto l’impresa, complici le vacanze invernali dell’edilizia, a chiudere il cantiere alla metà di dicembre. Le procedure giuridiche e amministrative, ora, sono ormai concluse e il cantiere dovrebbe riaprire quanto prima per l’ingresso degli artigiani.
Ritardi o no, la quantità di richieste per acquistare gli appartamenti in via Turconi è degna di nota: ne sono arrivate oltre un centinaio e 50 dei 65 appartamenti sono già stati comunque assegnati. La posizione è ottima, ben servita, ai piedi della zona di Villa Foresta; strade poche e un bosco subito dietro; il complesso, come vuole il PR cittadino, è inserito in un piano di quartiere che garantisce ampi spazi liberi.
Chi ha investito lì ha trovato prezzi equilibrati; e questo aspetto, così importante per comperare uno spazio abitativo, sembra essere ancora un comun denominatore a Mendrisio, sempre che si parli di costruire e poi abitare in altezza, lasciando perdere la monofamigliare, ormai inaccessibile.  Lo è ancora di più se a promuovere e costruire sono imprenditori locali, che conoscono bene il profilo socioeconomico dei residenti e si accontentano di portare a casa il lavoro, diversamente da chi costruisce per guadagnare il più possibile, come fanno gli investitori, mettendo poi sul mercato in un colpo solo svariate decine di appartamenti di qualità ordinaria. Sembra che alcuni di loro stiano alla finestra, pronti ad arrivare in città appena se ne presenterà l’occasione; e non sarebbe la prima volta.