Tocca dunque a Leopardi. Dopo Manzoni, Dante, Boccaccio, il poema cavalleresco e Pirandello, l’edizione 2015 delle Conferenze letterarie dedicate ai classici presenta, a partire da giovedì 5 febbraio, un ciclo di 4 serate in compagnia del maggior poeta dell’Ottocento, capace come pochi altri di coinvolgere il cuore dei lettori, quelli di ieri e di oggi.
Il vivere odierno, tutto elettronico, parrebbe fatto apposta per dimenticarli, i classici, lasciarli nel cantuccio delle cose imparate a scuola. Ma sembra proprio che non sia così. Francesco Bianchi e Maria Giuseppina Scanziani, conduttori di queste sorprendenti serate, vengono fermati per strada e caldamente invitati a metterne in cantiere di nuove.
Sarà per la piccola dispensa con i testi in lettura che ciascuno riceve; o per le belle voci di Maria Bianchi, già docente di lettere e latino, nonché brava attrice dilettante, e di Sergio Ostinelli, giornalista, commentatore sportivo, con una lunga carriera RSI alle spalle; sarà per il piacere di trovarsi lì tutti insieme, cento, centoventi e anche più ascoltatori ogni volta. Sono giovani studenti accanto ad anziani che prendono appunti, ex compagni di banco, persone che non ti immagineresti mai di trovarti vicino per condividere il piacere di ascoltare una poesia, un sonetto, un canto, una pagina tolta da un’opera di cui magari si era appena sentito parlare. Fatto sta che le serate letterarie di Morbio, nate da un invito di Claudia Canova, allora capodicastero e oggi sindaco, a promuovere la cultura, registrano di anno in anno successi inattesi.
Il prof. Bianchi e la prof.ssa Scanziani, entrambi apprezzati dalle schiere di allievi che hanno avuto in tutti questi anni al Liceo, curano le serate nei dettagli, utilizzando anche le immagini. Fin dall’inizio hanno deciso di evitare toni cattedratici, affinché nessuno si senta fuori posto e le serate diventino uno stimolo a conoscere di più, ad aprire i libri, ad approfondire autori che hanno molte cose da dire al mondo di oggi. Come Leopardi, scelto perché parla del rapporto con la natura, della condizione umana, dei meccanismi della società, del bisogno di valori, della ricerca di nuovi rapporti tra gli uomini, si legge nel volantino che lancia le conferenze. Un Leopardi, quello “di Morbio”, comunque diverso dalla cappa di tristezza e di pessimismo che l’accompagna tradizionalmente; e che mette in ombra un autore avanti su tutti, nel suo tempo, capace di portare al cuore dei lettori messaggi “seri” in modo divertente, a volte anticipando il registro fantasy, così attuale.
Nelle prime due serate, condotte dal prof. Bianchi, si farà la conoscenza del personaggio, dei suoi rapporti famigliari, della giovinezza, dei rapporti difficili con i genitori ma buoni con i fratelli e il paese. Bianchi guiderà poi il pubblico nelle Operette Morali, composte per la maggior parte nel 1824, per scoprirne la riflessione filosofica, facendo rivivere personaggi a cui Leopardi diede la parola, come il “venditore d’almanacchi e lunari nuovi”, alle prese con un cliente pieno di domande tutt’altro che commerciali. Dopo le “Operette”, Leopardi riprende a poetare. Ed ecco allora, nella terza e nella quarta serata, gli interventi di Maria Giuseppina Scanziani centrati sui Canti, apparsi nel 1835, in cui il poeta di Recanati raccolse la produzione in versi. Il pubblico ritroverà le sofferenze esistenziali e d’amore di Alla luna e La sera del dì di festa, incontrerà figure indimenticabili come quelle di Silvia e Nerina, della donzelletta che vien dalla campagna, entrerà nel mare dell’Infinito, scoprirà l’identità del Passero solitario e potrà condividere la speranza nel giallo solare de La ginestra.