
enla) Eugenio Ballerini, presidente del Balerna, si dichiara soddisfatto del girone d’andata. In vista del girone di ritorno (che inizierà con il derby col Rancate) vorrebbe però vedere la squadra muoversi nelle prime posizioni di classifica.
I nerazzurri hanno chiuso la prima parte al settimo rango con 21 punti: uno in meno del Paradiso, sesto con 22, e tre in più del Novazzano (18 punti), ottavo. Dice il presidente: “In occasione degli auguri di Natale, ho detto ai giocatori e allo staff tecnico che nel girone di ritorno mi aspetto qualcosa di più: Daniele è un ottimo allenatore, sa come prendere i ragazzi. Sono convinto che questa squadra è da terzo o quarto posto”.
Il Balerna si sta attivando per allargare la rosa a qualche altro giovane: “I giovani sono il piatto forte della nostra società. Anche stasera (martedì, ndr) parteciperò a una riunione del Raggruppamento Chiasso. Avremmo bisogno di qualcuno a centrocampo e di un portiere. Mi piacerebbe buttarne nella mischia ancora un paio! Ne ho già parlato con Otto Stephani con cui siamo in ottimi rapporti. Visto che l’anno scorso ce ne ha indirizzati due, di cui uno è già diventato titolare, mentre l’altro sarà in grado di giocare nel girone di ritorno, speriamo di trovare una soluzione in questo senso.
È giusto che si facciano giocare i nostri di giovani. Sarebbe bello se questi ragazzi, i più bravi è giusto che vadano a finire nel Team Ticino, potessero provare a giocare da noi o in altre squadre, come il Morbio per citarne una, prima di magari vederli smettere o che siano mandati a Mendrisio”.
Per Ballerini il campionato di Seconda è diviso in modo netto in due parti. Nella prima ci sono naturalmente il Bellinzona e il Vedeggio: “Secondo me queste due squadre lotteranno per il primo posto sino alla fine. Noi contro i granata abbiamo comunque disputato una gran bella partita. Il loro allenatore Rossini, che conosco bene, prima di iniziare mi aveva schiettamente detto: Il vostro campo mi fa paura… Alla fine è venuto a farci i complimenti insieme al presidente Righetti. A ben guardare l’1-2 non è stato un risultato giusto: è successo che Andrea Capelletti, all’ultimissimo secondo, ci ha negato la gioia del 2-2 compiendo una parata magistrale su calcio di punizione. Siamo poi andati a vincere col Vedeggio che è l’unica squadra ad avere inflitto una sconfitta alla capolista. È tuttavia chiaro che noi non potremo mai permetterci i livelli di questi due club. E nemmeno di tanti altri… Ma ci sta bene così: viviamo con i nostri sponsor, le entrate al campo e alla buvette… Guarda caso tutti si trovano bene, vogliono rimanere qui: non è qualcosa di molto bello?”.
L’unico suo rammarico è che la squadra sia stata estromessa dalla Coppa Ticino: “In effetti mi sono arrabbiato un po’ per la sconfitta subìta contro il Canobbio. D’accordo il campo sintetico, ma non c’eravamo proprio!”.
Eugenio Ballerini, gruista e muratore da 33 anni presso la rinomata impresa di costruzioni Fausto Bernasconi SA di Chiasso, ha assunto la presidenza circa sette mesi fa, subentrando a Gianmarco Cavadini. Grande appassionato di calcio, da sempre ha il Balerna nel cuore: “Ho accettato di diventare presidente con grande piacere ed entusiasmo. Faccio parte della società da una ventina di anni, un po’ in comitato, un po’ come collaboratore: siamo veramente un ottimo team. Tra l’altro ho un figlio, Mattia, quattordicenne, che gioca nel Raggruppamento. Gli ho detto: fatti le ossa lì che poi a 15-16 anni butto anche te nella mischia…”. C’è da scommettere che per Mattia il terreno sarà fertile. La società presieduta da suo padre, come si vede, è un serbatoio di giovani di qualità. Qualità che, esaminate sotto la lente, sono in numero sicuramente maggiore rispetto ai difetti o alle eventuali carenze.
Quindi, tornando a quanto dichiaratoci dal presidente, è bene sempre fare il passo secondo la gamba (soprattutto per i giovani). Perché non è ideale, né deve essere un fatto scontato, cambiare le proprie caratteristiche per adattarsi ad altre realtà calcistiche.
Perseguendo questa linea societaria, i dirigenti dell’SC Balerna dimostrano che non è poi così difficile trovare in casa ciò che molte altre squadre vanno a cercare altrove.
Daniele Gaffuri ha sostituito al via della stagione 2014/15 Gigi Tirapelle, di cui era stato assistente, sulla panchina del Balerna. Sia in campo sia fuori, Daniele ha sempre dato l’impressione di un uomo calmo e sereno. Gli anni passano ma il ricordo è sempre vivo. Daniele l’abbiamo visto giocare in serie B col Locarno, nel Mendrisio di Rudi Vanoli e Mauro Giussani, nello Stabio capolista di PL con Mirko Bertoli prima della fusione col Mendrisio, nel Malcantone… E qui corre l’obbligo ricordare suo padre Silvano autore di una strepitosa cavalcata con l’Agno. La sua “fede momò” è stata tenuta viva anche nel Mendrisio-Stabio dei vari Baldo Raineri e Gigi Tirapelle. Poi altre tappe a Rancate, a Balerna… Per la soddisfazione dei suoi presidenti. Permetteteci di citarne uno: Renzo Zanotta, un presidente che al ritorno sulla scena di una grande squadra (come lo fu ai tempi il “Mendrisio dei miracoli” dell’avvocato Pierluigi Rossi) ci credeva appieno non potendo resistere al richiamo esercitato dalla prospettiva di fare rivivere in Borgo le emozioni e i successi degli anni d’oro.
Daniele, dicevamo, non ha mai lesinato una goccia di sudore per la causa delle squadre in cui ha giocato. Un atteggiamento che rispecchia fedelmente la sua persona. In campo è sempre andato al massimo (non è solo il titolo di una canzone). Mi ricordo di presidenti che ne hanno evidenziato le doti: da Renzo Zanotta a Mario Valtulini, a Giuseppe Morotti (i primi nomi che mi tornano in mente) e di un Gaffuri sorridente, sempre disponibile: i suoi dopo-partita erano di una sobrietà incredibile. Da persona educata. E intelligente.
Come hai vissuto il passaggio dal campo alla panchina?
“Ma… diciamo che sono sempre stato un centrocampista che già dirigeva un po’ in campo. Si è dunque trattato di un passaggio abbastanza automatico. Chiaro che tante volte ti verrebbe voglia di esserci ancora: c’è quell’adrenalina che in panchina devi naturalmente sfogare in altro modo.
Ci sono meno problemi in campo o in panchina?
Quello dell’allenatore e del giocatore sono ruoli totalmente diversi. In panchina devi avere l’occhio su tutti i giocatori, anche quelli avversari. In campo più che altro pensi alla tua squadra, a te stesso: c’è in effetti una trasposizione dall’individuo al collettivo. In sostanza entrambi i ruoli sono belli: in panchina ti esponi più emotivamente, sul campo a livello fisico.
Cosa mi racconti del Balerna?
La rosa è competitiva. Abbiamo avuto la fortuna di scegliere anche dei giovani del Raggruppamento che assieme ad alcuni giocatori navigati e di esperienza ci permettono di avere una bella “miscela”. Puntiamo a valorizzare i giovani della zona senza essere obbligati ad andarli a cercarli oltre frontiera. Anche scegliendo me come allenatore, si sono volute mantenere nel Mendrisiotto le tradizioni della squadra. Facendo in modo che i giovani possano essere valorizzati (come puntualizzato anche dal presidente Ballerini, ndr).
La tua è davvero una squadra giovane?
Direi di sì. A parte quattro elementi sulla trentina, tutti gli altri sono giocatori tra i 18 e i 25 anni. Il trend è un po’ questo: siamo tra le squadre più giovani di 2a Lega. Fanno eccezione giocatori come Pichierri, Giachetti che è qui da tantissimi anni, Sehic e il capitano Piccioli anche lui da sempre nerazzurro.
Prima di lasciarci, chiedo a Daniele notizie di suo padre Silvano: è ancora attivo da qualche parte?
Papà è rimasto un appassionato di calcio ma, anche per via degli impegni che aveva come sindaco di Besazio (ne parlammo all’epoca, ndr), ha finito per distanziarsi un po’. Adesso segue soprattutto i campionati regionali e va ancora volentieri a vedere Chiasso e Mendrisio (di cui è pure stato allenatore, ndr). Nell’Agno (poi diventato Malcantone-Agno, ndr) che aveva portato dalla 3a alla 1a Lega, giocavo anch’io. È stato un periodo felicissimo.
La tua tenacia e caparbietà si riassumono in quanti anni di calciatore?
Devo pensarci… Ho 39 anni, ho smesso praticamente solo l’anno scorso di giocare. Quindi almeno 21-22 anni da attivo sono da prendere in considerazione!
In quali squadre?
Due anni in serie B col Locarno con cui abbiamo sfiorato la qualifica alla poule per la promozione in serie A. Vi giocavano tra gli altri Dario Rota e Alessandro Minelli, l’allenatore era Paul Schönwetter. Poi tantissimi anni in Prima Lega fra Malcantone, Mendrisio e Stabio. In PL ho giocato altre tre o quattro stagioni col Mendrisio-Stabio, po sono passato al Rancate e infine al Balerna”.
C’è da scommettere che con l’SCB Daniele riuscirà a fare ottime cose. È apprezzato e stimato da giocatori e dirigenti. La società nerazzurra, da quello che abbiamo capito parlando con il presidente Ballerini, è sicuramente in grado di esaltarne le qualità e capacità: in bocca al lupo!