Il dopoguerra delle nostre montagne

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“L’odore della brace spenta” è una mostra che illustra – con foto, testi e oggetti – i contenuti de L’odore della brace spenta ossia un libro dedicato alla montagna del Ticino del Nord, che racconta cosa mangiava la gente, come erano le case, i negozi, le osterie, in un arco temporale che si estende dal dopoguerra alla fine del secolo scorso. La mostra è inserita nel programma della Bi9 – Biennale dell’immagine di Chiasso. Il vernissage è previsto domani sabato 25 ottobre alle 18.30 all’ex stabilimento Balneare sociale di Stabio.

 

Il libro “L’odore della brace spenta” di Martino Giovanettina si trasforma quindi in un’esposizione. Ma come? Il grande spazio al piano terreno di quello che fu uno degli stabilimenti termali di Stabio accoglie la sfida di una nuova trasformazione e diventa contenitore di una personale ricerca che ripercorre un affettuoso viaggio di ritorno nel dopoguerra della montagna del Ticino del nord. Nella prima gioventù dell’autore, nella sua casa “dove l’Olanda discretamente appariva dappertutto”. E nel dopoguerra della montagna del Ticino del nord. Contiene messaggi di inchiostro che, per un attimo, come fuochi fatui, raccontano di quando si faceva la mazza sulla porta di casa, si cacciavano le volpi con la stricnina, il venerdì andava in tavola il merluzzo salato,  il caffè era quello del pentolino. Ma anche di quando San Faustino veniva portato in processione per far piovere, i negozi erano piccoli bazar dove si trovava di tutto, nelle osterie si giocava a carte e si cantava. E mille altre situazioni, persone, luoghi di una Heimat alpina che ogni anno un po’ svanisce. La mostra agli ex Bagni propone lo sviluppo di otto moduli o capitoli, che dir si voglia. 1. La mazza; 2. I Cereali; 3. Le Castagne; 4. Altri cibi; 5. Carni dimenticate; 6. Case; 7. Osterie; 8. Negozi. Le fotografie di Lorena Pini e i testi di Martino Giovanettina raccontano le storie di persone, oggetti e cibi che hanno segnato la vita in tre villaggi alpini del dopoguerra, cercando di individuare ovunque sia possibile una traccia antropologica che attraversa l’intero mondo della montagna.
La mostra proseguirà fino al 7 dicembre e sarà visibile di sabato (dalle 14 alle 19) e di domenica (dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18).