
(red.) Lo sguardo dell’artista si intreccia alla sensibilità dell’uomo che indaga il territorio e ne coglie le trasformazioni. Sull’arco di un decennio, tra il 2004 e l’anno scorso, Giovanni Luisoni, fotografo di Morbio Superiore, ha osservato i mutamenti dei luoghi circostanti la ferrovia che da Mendrisio conduce a Stabio. Luoghi della memoria e dell’anima per Luisoni che a Stabio è cresciuto e che ha portato a termine un ampio progetto sfociato nella realizzazione di una mostra che aprirà domenica 5 ottobre negli spazi del Museo della civiltà contadina del Mendrisiotto di Stabio. La rassegna espositiva Lungo il binario Mendrisio-Stabio 2004-2013, che presenta una cinquantina di immagini di medio e grande formato, si inserisce nel contesto della 9.a Biennale dell’immagine organizzata dal Comune di Chiasso intitolata, non a caso, “TRASformazioni”.
I cambiamenti intervenuti con l’inaugurazione della linea del S. Gottardo, dell’A2 e di AlpTransit sono stati lo spunto per dare vita a un percorso che dal passato conduce nella contemporaneità.
Le coincidenze, del resto, si moltiplicano. A inziare dal soggetto: la ferrovia che, almeno per quanto concerne la tratta Mendrisio-Stabio (in attesa dell’ultimazione dei lavori sul versante italiano), verrà aperta ai passeggeri a metà dicembre. Poi entrano in linea di conto i ricordi: “alla stazione si andava a giocare da bambini e papà aveva un terreno con un pollaio accanto al binario” afferma l’autore che si autodefinisce “un viaggiatore locale”. Tra le testimonianze riemerse nel corso di questa paziente investigazione, anche il documento appartenuto alla nonna paterna che attesta dell’avvenuto esproprio, nel 1926, per far posto ai binari. La ferrovia entrò in funzione proprio in quell’anno, ma ebbe una durata limitata a un solo biennio.
Il progetto di Giovanni Luisoni ha conosciuto un secondo sbocco. La pubblicazione, edita da Salvioni-Bellinzona, che conta le oltre 80 immagini che formano l’intera ricerca. Una sfida, rileva Massimo Gabutti, che tocca una realtà regionale. Il volume è arricchito dai testi del giornalista e critico d’arte Dalmazio Ambrosioni che mette in luce, in prima battuta, l’oggetto, legato a una storia ultracentenaria: di questa linea ferroviaria si iniziò a parlare subito dopo l’Unità d’Italia. E poi c’è il lavoro dell’artista: la sua percezione è importante – sottolinea Ambrosioni – poiché emerge una fondamentale condivisione biografica. Sopra tutto spicca una partecipazione affettiva di Giovanni Luisoni, allievo di Gino Pedroli, che usò la definizione di “pittografo”. E questo carattere lo si ritrova nella mostra che si basa perlopiù sul bianco e nero nutrito con accenni di coloreLa vernice avrà luogo domenica 5 ottobre alle 16: interverranno, accanto a Marta Solinas, curatrice del Museo della civiltà contadina – che per la prima volta partecipa alla Biennale dell’immagine – Dalmazio Ambrosioni e la capodicatero Cultura e museo di Stabio Nadia Bianchi. L’esposizione resterà aperta fino all’11 gennaio 2015 con i seguenti orari: martedì, giovedì, sabato, domenica e festivi dalle 14 alle 17. Le fotografie di Giovanni Luisoni si potranno ammirare anche nelle sedi di Stabio, Novazzano, Coldrerio e Genestrerio della Banca Raiffeisen della Campagnadorna che ha sostenuto finanziariamente il progetto, accanto al Comune di Stabio e ad Alwicom SA di Mendrisio.