
• «Non vedo l’ora di scendere in pedana! Ho negli occhi ancora l’immagine del pubblico inglese, alle Olimpiadi, foltissimo, che incitava a gran voce i propri beniamini, e di quello francese che a Parigi, nell’ultima tappa della Diamond League, è riuscito a sostenere la beniamina di casa fino a farle ritoccare il record nazionale e a vincere! Ecco, mi auguro che tra qualche settimana, a Zurigo, il pubblico svizzero sia lì ad applaudirmi, a spingermi verso un risultato strepitoso».
A parlare è la momò Irene Pusterla, una delle punte di diamante dell’atletica svizzera, pronta per gli Europei che, per la seconda volta nella storia, si disputeranno nella città sulla Limmat al mitico Letzigrund.
A questo specifico appuntamento Irene si sta preparando da ormai due anni, accompagnata in questa grande avventura dal suo inseparabile allenatore Andrea Salvadè. È lui che spiega il cammino percorso in quest’ultimo biennio dalla cavalletta della VIGOR, paragonandolo ad un’impegnativa scalata di una montagna, di cui ora si intravede finalmente la vetta. Una scalata con i suoi problemi, i suoi ostacoli, i suoi tratti difficili… che bisogna affrontare e superare senza mai perdere di vista l’obiettivo finale!
Perciò, con Irene, ha messo a punto un programma meticoloso: nel 2013 hanno costruito una solida base, nel 2014 hanno finalizzato il lavoro. Che in sostanza significa aumentato la forza, tradotta in un incremento della velocità e dell’accelerazione, perfezionato il gesto tecnico, reso più fluida la rincorsa fino ad ottenere una grande esplosività allo stacco… Per dirla in parole povere, nelle lunghe gambe di Irene ora c’è un enorme potenziale, che lei sa come sfruttare.
Alla competizione non mancano che alcune settimane, per affinare gli ultimi aspetti tecnici e per indurre una gran fame di risultati nella campionessa.
Intanto la “Vigorina”, senza pigiare a fondo sull’accelleratore e prendendo solo una rincorsa corta (12 falcate anziché le usuali 18) riesce a superare regolarmente i 6.50/6.60 metri. Ed è proprio questa regolarità a consentire di essere fiduciosi. D’altra parte c’è ancora un po’ di tempo per i dettagli, compresa una settimana d’allenamento in altitudine: l’Engadina ormai è un appuntamento fisso… Poi non resterà che sedersi davanti al televisore (i più fortunati nel grande stadio zurighese) – il 12 agosto per le qualificazioni e il 13 per la finale – e incrociare le dita, oppure incitare a gran voce Irene affinché il tifo la possa spingere fin su quella vetta dove noi tutti la vorremmo vedere!