• (red.) Nuovi collegamenti ferroviari, una relazione migliore tra il Cantone e le decine di aziende del Mendrisitto che occupano frontalieri, gli intensi rapporti con i comuni della regione, la questione dei posteggi abusivi. Aspetti strettamente legati fra loro e che incidono, in un modo o nell’altro, sulla qualità dell’aria che respiriamo. L’Informatore ne ha parlato con il Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali.
Consigliere Zali, nel rapporto 2013 sullo stato dell’aria si legge che “il carico ambientale dei diversi inquinanti dell’aria potrà essere conforme ai limiti stabiliti dall’OIAt solo se le loro emissioni saranno ridotte ulteriormente nelle percentuali indicate”, che variano dal 50 al 60%.
Due le strade indicate dal suo dipartimento, i provvedimenti tecnici in grado di diminuire le stesse emissioni e la riduzione del consumo e quindi indirettamente delle relative emissioni generate dai nostri spostamenti e dalle altre attività umane. Lasciando agli ingegneri le questioni tecniche, cosa può fare il cittadino per ridurre il consumo? La rete dei trasporti pubblici ticinesi è sufficientemente attraente, al momento attuale, per indurre i residenti ad utilizzare meno la macchina?
Non è una questione di attrattività ma di capacità. Non possiamo pretendere che la rete dei trasporti pubblici urbani, in questo momento, si faccia carico del 20 – 30% di utenza in più rispetto ai volumi attuali. Ma sono sicuro che nello spazio di un decennio la situazione sul fronte del trasporto collettivo migliorerà sensibilmente. Entrerà in servizio nel 2020 la galleria di base del Monte Ceneri, parte del progetto Alptransit. Mi aspetto molto da quest’opera, soprattutto nella percorrenza fra città e città, che sarà ben più breve rispetto ad oggi e con una frequenza, in determinate fasce orarie, di 15 minuti. Alla fine di quest’anno entrerà in servizio il nuovo collegamento tra Mendrisio e Stabio, nella speranza che per completare la parte italiana non ci vogliano tempi biblici, che verrà combinato con il ripristino del collegamento da Albate Camerlata a Chiasso e Mendrisio. Anche il Mendrisiotto, poi, trarrà indirettamente beneficio dalla costruzione di una rete di tram-treno tra il Piano del Vedeggio e il centro di Lugano, meta quotidiana di molti pendolari residenti anche nel Mendrisiotto. Grazie alla Confederazione, che sta investendo molto pure in Ticino, si stanno attuando i Programmi d’agglomerato. Nel Mendrisiotto verrà messo in vigore alla fine del 2015, nell’ambito di uno di questi Programmi, un concetto di trasporto pubblico che migliorerà le frequenze e introdurrà nuovi collegamenti.
Si tratta di risultati che raggiungeremo in una decina d’anni e che insieme ad alcune strategie puntuali permetteranno di migliorare ulteriormente la qualità dell’aria che respiriamo.
Poi ci sono i frontalieri. C’è chi critica la … battaglia che state conducendo di riduzione dei posteggi abusivi perché non vengono offerte valide alternative di trasporto pubblico. Qualcuno sostiene invece che queste limitazioni ostacolano l’economia. Sono critiche giustificate? State coinvolgendo le aziende per migliorare le cose in un’altra maniera, che non sia punitiva?
Le critiche fanno parte del gioco. Ma bisogna sapere che abbiamo scoperto, nel Sottoceneri, circa 25 mila posteggi non a norma. Avevamo visto giusto. L’amministrazione cantonale ha fatto un grande lavoro, insieme ai comuni: sono state rilette le procedure adottate, controllate le licenze edilizie concesse, le autorizzazioni rilasciate e no… E’ ben chiaro che l’obiettivo non è di eliminare tutti i posteggi, ma di renderli conformi alle norme in vigore, con la conseguente riduzione del traffico, vantaggiosa, evidentemente, anche in termini ambientali. Una ragionevole diminuzione dei posteggi permetterà, ne sono sicuro, un miglioramento della situazione attuale, di vera e propria paralisi, soprattutto sull’autostrada tra il Mendrisiotto e Lugano, e nella cintura urbana di Lugano.
Era un’alternativa migliore quella di non fare nulla? Eppure l’economia ticinese, negli ultimi 6 mesi ha chiamato ulteriori 500 frontalieri; di questi, almeno 450 viaggiano sull’auto privata, da soli. Sono 450 macchine in più che “scorrazzano” sulle strade ticinesi. Credo sia dovere della politica accorta e lungimirante studiare delle soluzioni…
Come vi presentate alle aziende ticinesi?
Vorremmo, nella nostra strategia, chiedere ai frontalieri che lavorano nella medesima ditta di provare a condividere l’auto almeno in due. Oggi siamo a 1,1 persona per auto! Con un piccolo disturbo in più, quello di chiedere ad un operaio di andare a prendere un collega che abita nel medesimo paese, o ad un’impiegata di varcare il confine ticinese a bordo di un’auto con più persone, diminuiremmo della metà il traffico legato al frontalierato. Senza imporre nulla a nessuno! Una riduzione del traffico tangibile e a costo zero. Ma siamo consapevoli che dobbiamo prima coinvolgere la direzione delle ditte. Le prime le incontrerò all’inizio di luglio, proprio nel Mendrisiotto.
Per dire che cosa?
Chiederemo la collaborazione per trovare soluzioni ragionate. Da quanto ho potuto capire in queste settimane, le aziende ticinesi sono sensibili e disponibili, conoscono bene il problema. Ma ora si tratta, per il Cantone, di dare degli stimoli…
C’è chi obbliga i propri dipendenti frontalieri a lasciare a casa la macchina e salire sul bus aziendale.
La strategia adottata dal Cantone non viene attuata mediante i divieti, ma con degli incentivi, per esempio quelli finanziari concessi a quelle ditte che adottano un piano di mobilità aziendale, o che acquistano navette e biciclette. Abbiamo stanziato a tal fine un credito di 2,4 mio di fr. che deve ora essere vagliato dal Gran Consiglio. Il Cantone sosterrà attivamente le ditte che favoriscono il carpooling, che acquistano abbonamenti ai mezzi pubblici, che si impegnano, in generale, a ridurre l’accesso alla ditta, o all’ufficio, con le auto private.
E con i Comuni del Mendrisiotto, da sempre la porta principale del frontalierato, il suo dipartimento ha buone relazioni?
Stiamo costruendo ottimi rapporti con molti enti locali (Comuni, Commissioni regionali dei trasporti, Enti regionali di sviluppo, ecc.) e apprezzo molto il fatto che i Comuni, soprattutto quelli urbani, conosciuto il problema, non tentano di eluderlo, ma cercano soluzioni praticabili.
In particolare siamo molto attenti alle specifiche problematiche del Mendrisiotto, e la politica del Dipartimento del territorio va proprio nella direzione di ridare una qualità di vita accettabile anche in questo comparto che attualmente è molto sotto pressione, come constatiamo quotidianamente.