Fornaci di tutti

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• (red.) E’ l’ultima possibilità, probabilmente, per recuperare le fornaci e metterle a disposizione del pubblico attraverso il Comune. Chi le possiede è già piuttosto in là con gli anni e non si sa se le prossime generazioni avranno la medesima cura per il nostro passato.

”Gli edifici sono ben conservati grazie all’amore dei proprietari per queste preziose testimonianze”, pur essendo oggi utilizzati per altri scopi, dice l’architetto Enrico Sassi che ha ricevuto dall’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e del Basso Ceresio (ERSMB) l’incarico di progettare il futuro di questa parte antica del paese, inserita nella zona marginale del Piano particolareggiato del nucleo.

Un privato, Giovanni Vassalli e una fondazione, la “Diamante”, nel secolo scorso hanno, per così dire, preparato il terreno al progetto odierno, restaurando una fornace di famiglia e trasformando altri spaz, un tempo utilizzati per questo scopo, in un laboratorio protetto dedicato all’arte della ceramica, la cui produzione ha ricevuto riconoscimenti di prestigio. E quelle saranno le direzioni seguite dal progetto odierno: ordinare gli spazi, restaurare gli edifici, per raccogliervi, in funzione didattica, culturale e turistica una selezione delle centinaia di oggetti che servirono per fabbricare coppi, mattoni e pianelle; affittare alcuni ambienti ad artigiani ed artisti per farne piccole botteghe ed atelier. Gli interessati già ci sono, a quanto pare.
I proprietari sono sei e i fondi una decina; il Municipio li ha già contattati e la maggior parte di loro sono disponibili ad una trattativa bonale, si vedrà se attraverso l’acquisto o il diritto di superficie. I costi complessivi sono stati stimati in 3’260’000 franchi in un’operazione chiaramente a tappe che abbia ad autofinanziarsi a lunga scadenza, almeno nella misura dell’80%. L’Ente promotore sarà il Comune “che tuttavia non manderemo in bancarotta…” assicura, rinviando ai cospicui investimenti già in atto, il sindaco Fausto Medici, alla testa di un’amministrazione che si mostra avveduta e lungimirante. Circa 1 mio di fr, spiega Bettina Stark, sarà garantito da un finanziamento cantonale, nell’ambito della Legge d’applicazione della LF sulla politica regionale che già sostiene, nel Mendrisiotto, attraverso l’Ente per lo sviluppo, il restauro della masseria di Vigino, il Percorso del cemento e segue con attenzione i progetti per le cave di Arzo e le Terme di Stabio. Il rimanente verrà reperito dal Municipio interpellando la società Promo e fondazioni, anche con sede fuori Cantone.
Le origini del progetto risalgono a diversi anni or sono e a fare da “volano”, negli ultimi tempi, è stata la chiusura dell’ultimo opificio artigianale in Svizzera per la produzione di oggetti di grandi dimensioni, la Fornace Mantegazzi; per questo, nel progetto, si prevede l’inserimento – in un edificio leggero –  di un forno con misure adeguate alla cottura di grandi oggetti d’arte; opportunità che diversi artisti svizzeri, spiega Claudio Gianettoni, dell’Associazione Cotto Ticinese, vedrebbero di buon occhio. Il legame con il mondo dell’arte e dell’artigianato, secondo i promotori del progetto Fornaci, sarà importante per richiamare a Riva San Vitale un turismo di qualità, che non si limita a guardare passando via.