Gorla, tra case e fabbriche

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(red.) Nel 2006 il movimento Vivigorlaedintorni aveva portato in Municipio a Castel San Pietro più di 300 firme per chiedere alle autorità che fosse diminuito l’impatto della aziende. Tutti si aspettavano, se non un passo indietro, almeno uno stop, una riflessione. Ma non è andata così. L’unico intervento è stato il montaggio di centraline per rilevare le emissioni di una grande fabbrica, la Pamp, che per anni, secondo il movimento, aveva rilasciato chissà quali sostanze poco gradite alla salute.

 

Per il resto, tutto come prima, sostiene, a nome del gruppo, Franca Medici, prima firmataria della petizione del 2006. Anzi, le fabbriche hanno aggiunto degli impianti, qua e là si vedono scavi premonitori di ulteriori ampliamenti, ventole, camini, posteggi, grossi autocarri che vannno e vengono anche al mattino molto presto.
Non ci sarebbe nulla da dire se la Zona artigianale (ZAr) fosse in un posto riservato esclusivamente a quelle attività. Invece i residenti, compresi quelli che arriveranno tra breve ad occupare tre palazzine in costruzione, vivono in mezzo alle fabbriche. Un altro piano regolatore pieno di contraddizioni, verrebbe da pensare. Qui un tempo si coltivavano tabacco, patate, mais e vigna. È rimasto qualche vigneto, stretto fra il cemento e l’asfalto; c’è anche chi si pente di aver venduto. Ma adesso è tardi.
La zona artigianale non si è fatta mancare proprio nulla e bisognerebbe cambiarle il nome in “ZI”, zona industriale. La raffineria dell’oro Pamp e la fabbrica di attrezzature mediche Medacta contano in tutto più di 400 operai; nel raggio di pochi metri ci sono un salumificio con relativo punto vendita, un deposito di camper, un’autorimessa, un’impresa di costruzione, un’impresa di pulizia delle canalizzazioni e altre attività minori. Mica poco per una Zona artigianale; la quale, se tutto andrà liscio, disporrà entro breve anche di una strada “a servizio esclusivo della ZAr”, in particolare dei due stabilimenti citati, come si legge nei documenti del Municipio. C’è già anche un preventivo di massima.  Il nuovo collegamento sarebbe un’alternativa all’angusto imbocco perpendicolare, in salita, su via San Gottardo, a Balerna. Partirebbe da Mezzana, passando dall’orticola, un po’ in territorio di Coldrerio, un po’ di Castel San Pietro, per inoltrarsi nella boscaglia di Gorla, superare il torrente Raggio e sbucare in Via delle Zocche, nel punto in cui questa strada oggi finisce.
Ma proprio lì, a pochi metri, c’è il preasilo aperto dalla Medacta qualche anno fa, con una quarantina di piccoli, figli di operai ma anche di famiglie di residenti. La struttura educativa, molto apprezzata, occupa l’ex fabbrica di abbigliamento Gaffuri, a filo della strada; e già si teme  – spiega Franca Medici – che camion, furgoni  e auto, una volta allungata Via delle Zocche verso Mezzana, creino non poco pregiudizio alla sicurezza dei bambini; e ulteriore traffico nella corta e stretta Via delle Zocche; lungo la quale, già oggi, impuniti, vari utenti delle fabbriche lì intorno posteggiano le auto, proprio dove non si può. È vero che i due Municipi, di Castel San Pietro e Balerna, durante un incontro con il gruppo la scorsa primavera, hanno assicurato che quella “dovrà essere una strada a puro servizio delle due aziende e non in ogni caso una strada di transito per la Valle di Muggio, né per aggirare via San Gottardo a Balerna”; ma il movimento manifesta forti perplessità e stenta a credere all’autorità comunale, visti gli esigui risultati conseguiti in questi primi 10 anni di lotta. Una nuova strada, insomma, è destinata a portare nuovo traffico e quella attualmente sul tavolo dei Comuni è una strada pubblica a tutti gli effetti. Perplessità che sono state manifestate chiaramente alle autorità dei due Comuni, tanto che è stata messa allo studio anche una versione con un calibro ridotto.
“Siamo davvero messi male. A parte la zona di San Martino a Mendrisio, quella in cui abitiamo è la peggiore della regione”, dice Franca Medici. I posteggi sono ambìti: quelli prima affittati alla Medacta da un privato, adesso sono stati assegnati ad altri utenti; e di notte, andate via le auto, compare anche qualche camion, le cui manovre hanno già provocato danni alle reti di recinzione. I posteggi in questione sono conformi alle norme, ha risposto il Municipio e si cercherà comunque di trovare un’intesa con le aziende, affinché si ristabilisca nella zona un minimo di decoro. Anche i terreni sono assai ricercati e questa non è una novità: gli ultimi – in ordine di tempo – sono passati di mano, si sussurra, a 600 franchi.