Un anno record per i pompieri

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(red.) Tra  dodici mesi, il Corpo civici pompieri di Mendrisio disporrà di una nuova sede. Gli occhi dei militi – temporaneamente accasati al civico 23 di via Catenazzi – sono rivolti al cantiere del futuro Centro di pronto intervento. In attesa di pianificare le impegnative operazioni di trasloco, è tempo di bilanci: il rapporto di attività 2014 – illustrato dal capodicastero Sicurezza pubblica Samuel Maffi con il comandante Corrado Tettamanti, affiancato dal vice Flavio Belloni – mette in evidenza cifre da record.

Il numero degli interventi d’urgenza è sensibilmente lievitato rispetto al 2013 (+158), raggiungendo quota 482. Lo scorso anno verrà ricordato, in particolare, per le numerose richieste di aiuto giunte al centro di soccorso del Borgo, cagionate dal maltempo che ha provocato violenti nubifragi, allagamenti e l’esondazione del Ceresio. La media giornaliera è stata di 1.32 interventi; le ore prestate corrispondono a 225 settimane lavorative di 40 ore, ossia il lavoro svolto in un anno da quattro persone a tempo pieno!
Le maggiori sollecitazioni (134) sono giunte dal territorio di Mendrisio; seguono gli interventi prestati a Stabio, 49, e a Riva San Vitale, 42. In nove casi, i pompieri sono stati impegnati su autostrada e superstrada, mentre nel comprensorio di Chiasso sono intervenuti 5 volte, 4 con la sezione UIT (unità di intervento tecnico).
Tra gli episodi più significativi, il rapporto d’attività mette in luce l’intervento del 19 marzo a soccorso di un uomo caduto nella Breggia. Il salvataggio di uno speleologo ha richiesto l’intervento dei militi in una grotta a Tremona lo scorso maggio. L’11 ottobre, a seguito di un violento nubifragio, sono state quasi 50 le chiamate di allarme in una giornata per allagamenti e danni della natura.
Il  numero dei casi di inquintamento (82) ha subito un’impennata. Gli incendi sono stati 48, fortunatamente non si sono registrati eventi importanti.
Il comprensorio raggruppa oggi otto Comuni per una popolazione di circa 30’000 abitanti. Gli effettivi sfiorano il centinaio di persone (l’età media è di 33 anni; 11 sono gli anni di presenza media nel Corpo); ciò che richiede un notevole sforzo, ha rilevato il comandante, per la gestione e l’organizzazione.
Accanto all’attività ordinaria e straordinaria, è proseguito l’impegno legato alla formazione con lo svolgimento di corsi interni, cantonali e federali per un totale di 8’426 ore. La formazione di base interna, come hanno sottolineato Tettamanti e Belloni, è stata orientata all’introduzione del nuovo regolamento “Conoscenze di base”. L’accento è stato posto sull’esigenza di istruire operatori dell’emergenza a tutto spettro, ciò che significa mettere i pompieri nelle condizioni ottimali per intervenire in ogni evenienza.
In questo contesto si pensa anche alla costituzione di una sezione di montagna che possa coprire al meglio l’urgenza in caso di eventi nell’estesa zona boschiva del distretto.

Si tirano le somme
• Gli interventi d’urgenza del 2014 hanno toccato la cifra record di 482, per un totale di quasi 9’000 ore di intervento.
• 182 interventi hanno visto i militi confrontati con la tematica degli allagamenti; 82 sono stati gli episodi di inquinamento, 48 i casi di lotta contro il fuoco.
• Il servizio disinfestazioni ha effettuato 49 interventi.
• Il Corpo ha contribuito con 29 servizi di polizia e prevenzione a favore di manifestazioni.
• Il mese più “caldo” sul fronte dell’emergenza è stato novembre con 110 interventi.
• Le ore di formazione nel 2014 sono state 8’426 (5’650 ore di formazione interna, 2’336 a livello cantonale e 440 in ambito federale).

Corpo unico? Situazione di stallo

Difficilmente la scadenza del 31 dicembre 2015 potrà essere rispettata. Il termine fissato dal Consiglio di Stato per l’implementazione della riorganizzazione dei corpi pompieri a livello regionale, con ogni probabilità, sarà superato.
Le ragioni principali sono state riassunte dal vicesindaco mendrisiense Samuel Maffi. Il primo nodo è legato all’introduzione della nuova Legge sui pompieri della quale si discute da anni. Una bozza è stata presentata a tutti gli organisimi interessati e ogni Comune ha potuto mettere nero su bianco le proprie osservazioni. Il problema, ha rilevato il capodicastero, è legato all’assenza di una bozza di regolamento che dovrà fissare di fatto le basi per il finanziamento del futuro corpo.
Il secondo punto è di ordine politico; se dal profilo tecnico, infatti, vi è sintonia tra i Municipi di Mendrisio e di Chiasso riguardo la creazione di un corpo unico per il Mendrisiotto – come auspicato dal Cantone – le visioni divergono rispetto alle modalità di raggiungimento del risultato. L’Esecutivo del capoluogo propende infatti per un assorbimento del corpo pompieristico della cittadina di confine, con una futura gestione dipendente dal Municipio di Mendrisio (pronto ad assumersi oneri e onori), sede del futuro corpo di tipo A. Chiasso predilige invece la creazione di un ente indipendente: una sorta di consorzio regionale cui competerà la gestione del nuovo corpo. Al Governo spetterà dunque il compito di risolvere questa situazione di impasse.