Besazio, arriverà Claudio Zali

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(red.) È una vicenda che si trascina da un paio d’anni, quella dei lavori eseguiti dal Cantone per la moderazione del traffico e la messa in sicurezza della strada che attraversa Besazio. Le misure, portate a termine nel 2012, avevano lo scopo principale, mediante la costruzione di marciapiedi in prossimità delle strade laterali, di garantire l’incolumità dei pedoni su un tratto di strada molto frequentato, sul quale si è tentati  di spingere sull’acceleratore o girare la manopola del gas. La strada, verso Arzo, è pure in curva; e all’altezza del bivio per Tremona, i grandi specchi in cui spedire gli occhi per entrare sulla cantonale, spesso non svelano tutto, in particolare se qualcuno scende da Arzo a velocità inadeguata.

La popolazione giudica la situazione, nel complesso, migliore di prima,  e, in genere, grazie ai marciapiedi e ai dossi artificiali, auto e moto rallentano; altri ritengono invece che i dossi non servono a nulla, sono troppo bassi.  La critica principale rimane  l’assenza di passaggi pedonali. E’ ormai noto che ci sono norme federali da seguire quando si tratta di strisce zebrate. Ma se di passaggi pedonali non se ne vedono in giro, le spiegazioni ufficiali valgono poco per la gente comune che deve attraversare la strada.
Poi c’è il problema delle bordure dei marciapiedi. Le intersezioni tra la “cantonale”, alcune strade comunali e alcuni accessi privati risultano pericolose, in quanto le bordure dei marciapiedi sono troppo alte. Basterebbe ridurre la quota di poco, uno – due centimetri, mediante fresatura, per risolvere quello che per numerosi utenti della strada, soprattutto ciclisti del luogo,  è un rischio da non sottovalutare. Non sono rari i ciclisti, anche ragazzi, che passano sul marciapiedi, pur essendo vietato farlo, per evitare che la ruota, passando sull’intersezione scivoli via dopo aver toccato la battuta del marciapiede.  Gli accessi bisogna “prenderli” in perpendicolare, altrimenti le gomme delle auto toccano la bordura.
I funzionari del Cantone già sanno queste cose e non sono di questo avviso. Nella sue veste di deputato, Massimiliano Robbiani aveva interpellato il Consiglio di Stato alla fine del 2013: “le bordure dei marciapiedi sono molto pericolose”, aveva scritto il parlamentare leghista, ricordando che qualche anno prima erano state raccolte ben 221 firme (primo firmatario Attilio Pinotti, che aveva preparato una minuziosa documentazione). Il Governo, rispondendo a Robbiani, aveva spiegato che “l’automobilista, il motociclista o il ciclista, in concomitanza con lo scalino della bordura, sono di fatto portati a ridurre considerevolmente la velocità, consapevoli del fatto che stanno transitando su un marciapiedi dove il pedone, ossia l’utente più debole, detiene la precedenza assoluta”. Ora le cose potrebbero cambiare. La commissione di quartiere, presieduta da Gianni Cadei –  ed in cui siede anche Robbiani nella veste di capo dicastero –  ha preso a cuore i disagi manifestati dagli abitanti e se n’è fatta interprete davanti al Municipio di Mendrisio. È così stato ottenuto un sopralluogo importante, quello del capo del Dipartimento del territorio Claudio Zali, previsto nelle prossime settimane. Il Consigliere di Stato vuole capire sul posto il problema e cercare una possibile soluzione riparatrice, sino ad oggi esclusa dai suoi funzionari.
Cadei traccia un bilancio positivo dell’attenzione con cui il Municipio guarda ai temi discussi dalla commissione di quartiere. “Ci riuniiamo una volta ogni due mesi e una volta all’anno anche con il Municipio. Agli incontri partecipano i funzionari competenti dell’amministrazione, quando sono interpellati e viene tenuto un verbale. Ci sono dei problemi che possono essere risolti subito; altri necessitano, comprensibilmente, di tempi più lunghi; in generale, comunque, quel che proponiamo è tenuto in considerazione”, conclude Gianni Cadei.